La data ufficiale che suggella il sodalizio con la casa madre di Hangzhou è il 1° febbraio di quest’anno. Il General Manager Pasquale Totaro illustra gli asset aziendali e le novità. Tra queste, l’esordio italiano della Dahua High School
Una proposizione di mercato più aggressiva, una massiccia iniezione di investimenti e un fatturato in forte crescita che, allo scorso mese di marzo, ha alzato l’asticella a 3,5 milioni di euro: “Una chimera, fino a un paio d’anni fa, ma oggi una realtà che avalla la nostra ambizione di consolidarci quali leader di mercato in Italia e in Europa”.
A dirlo è Pasquale Totaro, General Manager di Dahua Technology Italy, nata ufficialmente il 1° febbraio 2018 a seguito dell’acquisizione di Videotrend, storico partner italiano del Gruppo cinese e oggi branch office del brand di Hangzhou. “Qualcuno pensa che cedere un’azienda sia un passo indietro, io non sono d’accordo - sottolinea Totaro - l’ingresso di Videotrend nel Gruppo Dahua era un’operazione necessaria, che ci consentirà di penetrare con maggiore efficacia sul territorio italiano, strategico anche come presidio allargato su scala europea: una sinergia di alto livello, dunque, che ci permetterà di continuare a crescere e di ampliare i nostri orizzonti”.
Inaugura una nuova era nell’ambito delle tecnologie per la sicurezza su scala nazionale, ma non solo. Quali gli asset di questa operazione?
“Per noi la sicurezza non è solo un business, è una missione. E la vera sicurezza deve tornare a farla da padrone. Per questo, in accordo con l’headquarter abbiamo impostato una strategia per il prossimo triennio che non mira solo al fatturato, ma all’evoluzione complessiva dell’azienda. Prima di tutto vogliamo aumentare in maniera sostanziale la visibilità del brand, cosa che in passato non siamo riusciti a fare per le ristrettezze del budget. E con le nuove risorse a disposizione sarà una priorità assoluta. Sul piano commerciale, invece, siamo intenzionati a scalare i mercati verticali raggiungendo i top end-user attraverso la proposta di soluzioni strutturate: c’è molto da scoprire oltre l’HDCVI”.
Quali sono le prime reazioni del mercato?
“Il mercato ha già recepito il nostro messaggio: non vogliamo solo vendere, ma creare qualcosa di differente. Non amiamo copiare, preferiamo essere copiati. Il nostro, sì, è un progetto molto ambizioso: vogliamo diventare integratori di sistemi. E per nutrire questa nostra ambizione non servono solo investimenti economici: ci vogliono passione e condivisione. Per questo lo scambio diretto con la casa madre in Cina è fondamentale: i rispettivi know-how sono complementari. I nuovi prodotti saranno il mix perfetto tra performance e competenze tecnologiche, coniugate con l’estetica ricercata e quella creatività tipica del design italiano che il mercato europeo tanto apprezza. Seguendo la scia del successo ottenuto dal nostro stand a Sicurezza 2017, vogliamo uscire dalla logica del singolo prodotto al centro di tutto: ciò su cui ci stiamo focalizzando è la soluzione nella sua globalità, della quale il prodotto fa parte. Il mercato - sempre più competitivo - chiede continuamente nuove idee e noi dobbiamo essere ‘aperti’, collocandoci in modo integrato anche rispetto alla concorrenza, spingendo su integrazione e dialogo di tutti gli apparati. Questa è la chiave che ci consentirà di essere scelti”.
Novità in arrivo, dunque?
“Arriveranno presto novità molto interessanti per quanto riguarda Alarm e Smart Home: incorporando Videotrend, Dahua ha acquisito know-how e progetti di rilievo relativi a questi settori strategici sui quali c’è il desiderio di investire somme ingenti. L’integrazione delle produzioni ci consentirà di proporre in Italia soluzioni mai viste prima. D’altronde Dahua ha avuto da sempre un occhio di riguardo per l’innovazione: basti pensare che nel 2017 ha investito in Ricerca e Sviluppo circa 230 milioni di euro, quasi il 10% dei ricavi totali annui. Insomma, siamo pronti a scrivere questo nuovo capitolo della nostra storia con nuove risorse e lo stesso entusiasmo di sempre”.
Qual è la sua linea operativa, come General Manager alla guida della nuova società?
“Per prima cosa voglio ringraziare il mio staff e tutti coloro che hanno collaborato con noi in questi anni. Si tratta di un grande riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto insieme qui in Italia. Ci consideriamo una famiglia e sono convinto che i risultati ottenuti derivino anche dal clima che si respira in azienda: un ambiente sereno, amichevole, dove ciascuno può dare il meglio fornendo un contributo fondamentale. L’intenzione è quella di proseguire quanto fatto in questi anni con lo sviluppo di un progetto vincente che coinvolga in modo diretto tutta la nostra clientela (dai distributori ai system integrator, gli installatori e gli utenti finali) nel pieno rispetto dei valori umani. Questo è un aspetto cui tengo particolarmente: non vogliamo vincolare la nostra proposta solo a rigide stime di fatturato e mi auguro che chi decide di affiancarci lungo il nostro percorso lo faccia perché condivide le nostre idee e il modo in cui intendiamo realizzarle. E, grazie alle condizioni aggiornate del Dahua Partner Programme, potremo cementare il rapporto con i nostri collaboratori per crescere insieme”.
Ma c’è un’altra novità: tutto è pronto, infatti, per la Dahua High School, che prende il via proprio questo mese di maggio. Quale la mission?
“La formazione è, da sempre, una delle leve prioritarie per Dahua. L’obiettivo di questo progetto è selezionare persone che lavoreranno per noi e con noi: dovranno essere figure professionali preparate e operative sul campo, in grado di assicurare servizi di assistenza tecnica, start-up impianti e promulgamento impianti ai massimi livelli. Installatori qualificati, dunque, che per noi saranno veri e propri punti di riferimento su scala locale. Dahua High School è un servizio a pagamento il cui ritorno, per i partecipanti, sarà proprio l’opportunità di lavorare nella nostra squadra: un’occasione, per tutti i professionisti legati alla nostra rete distributiva, di affinare la propria preparazione ed espandere il business imparando a padroneggiare anche i sistemi più complessi. Perché maggiore competenza significa maggiore competitività. In termini di numeri, infine, posso anticipare che entro il primo anno contiamo di formare 80 persone. Il secondo anno di attività della scuola, invece, prevediamo di qualificarne 180, fino ad arrivare alla copertura totale in Italia, ossia 400 professionisti sul campo, accomunati da un unico grande obiettivo. Non ci saranno, però, sconvolgimenti né a livello di organico né per quanto riguarda le nostre attività quotidiane: questo testimonia la bontà del nostro operato e la fiducia della nuova proprietà nei nostri confronti. Siamo sempre gli stessi: stesso personale, stessa professionalità e competenza, stessa cura per i dettagli e nei rapporti con i nostri partner e clienti”.