AIPROS a Sicurezza – Le nuove key word di un settore in continua evoluzione

Andrei
ingegner Gianni Andrei, presidente onorario A.I.PRO.S.

Intervista all’ingegner Gianni Andrei, presidente onorario di A.I.PRO.S., l’associazione che da sempre garantisce il suo patrocinio alla fiera Sicurezza 

Da sempre A.I.PRO.S. è presente a Sicurezza, spesso con un proprio desk informativo, con i propri soci professionisti della sicurezza, sia produttori e installatori sia consulenti, progettisti, esperti in vari settori, responsabili aziendali, erogatori di servizi di sicurezza, etc. L’associazione ha anche offerto negli anni diverse occasioni di aggiornamento e di formazione attraverso appositi seminari tecnici aperti a tutti.

«Dare il “patrocinio” significa, dunque, condividere e rafforzare questo evento, un appuntamento che si conferma fondante per il mondo della sicurezza italiano e internazionale». A sottolinearlo è l’ingegner Gianni Andrei, presidente onorario di A.I.PRO.S., cui abbiamo chiesto un commento a questa edizione 2019 della fiera internazionale biennale di Milano dedicata al Security & Fire.

Quali sono a suo avviso le parole chiave più rilevanti attorno cui si costruiscono e si evolvono i parametri del mercato attuale della sicurezza?

«È oggi più che mai fondamentale per un professionista della sicurezza essere un “solution provider”, un esperto in grado di trovare soluzioni innovative che siano idonee, economiche, green e friendly per le esigenze dell’utenza, aziendale, commerciale o residenziale che sia. Di conseguenza i produttori vanno in competizione ad offrire soluzioni tecniche e tecnologiche nuove e specifiche da mettere a disposizione dei progettisti e dei consulenti. Ecco quindi che economicità, innovazione, adattabilità e semplicità di installazione, d’uso e di manutenzione possono risultare i punti di forza del mercato».

La sua è una lunga esperienza nel mondo della sicurezza e sempre molto dalla parte del “buon” installatore. Quali dovrebbero essere, secondo lei, i canali privilegiati per fornire agli addetti ai lavori gli strumenti più adeguati per affrontare la professione nella quotidianità?

«Per essere tale, ogni vero professionista, installatori compresi, deve essere qualificato e/o certificato. La buona volontà e l’esperienza non bastano. L’aggiornamento allora è uno degli alimenti, indispensabile dal punto di vista tecnico come normativo. I momenti di incontro e confronto anche con altre esperienze sono forse la formidabile essenza di eventi come Sicurezza. Personalmente, ho sempre ricercato e molto apprezzato l’arricchimento dallo scambio di opinioni tecniche e applicative tra professionisti, specialmente quando si ha occasione di riflettere insieme su una soluzione tecnologica o sul possibile utilizzo di un nuovo apparato presentato in qualche stand. Condividere problematiche ed esperienze è molto più “formativo” di qualsiasi seminario. Ovviamente non si può far affidamento solo su un evento biennale, seppur rilevante come Sicurezza, per dare risposte ai problemi peculiari di singoli professionisti. Proprio per questo le Associazioni di settore offrono seminari periodici in varie parti d’Italia e, come fa A.I.PRO.S., anche la possibilità di un contatto per i professionisti (propri soci e non) attraverso il proprio sito web, per porre delle domande e richiedere di interagire con un esperto. Insomma, un punto di riferimento permanente».

Secondo lei dove è possibile prevedere un accentuarsi della domanda?

«Il mercato incontra e incontrerà sempre più nuove sfide, progressivamente alimentate da una consapevole “cultura” della prevenzione e della sicurezza che si sta finalmente facendo strada nell’opinione pubblica, così come nelle piccole aziende, nel terziario e nel residenziale. La percezione di pericoli e l’esigenza di “serenità” sono molto sentite dalla gente, anche se a volte non si è in grado di dichiarare da cosa realmente ci si vuol difendere. Tra le percezioni di rischi, oltre alla violazione della propria abitazione, emergono sempre più quelli legati agli attacchi e alle intrusioni informatiche sui propri dispositivi, all’incolumità personale e alla protezione dei propri beni sui mezzi di trasporto o nell’attesa del loro arrivo, nei luoghi di svago o di culto, nelle aree e strutture pubbliche. Vale poco che ognuno possa prevedere un comportamento di difesa e contrasto personale. Ecco dunque che, insieme a una corretta informazione e formazione sulle “procedure” da attuare “in caso di”, basilari sono le diverse soluzioni tecniche e tecnologiche offerte da produttori e installatori per la sicurezza individuale, dei dati, delle strutture e dei beni. Ma mi pare che il grande pubblico poco ancora le conosca o almeno non ne sa apprezzare i reali vantaggi. Sta agli installatori e soprattutto ai professionisti consulenti cercare quelle sinergie strategiche per presentarsi in veste “sociale” all’utenza, non più come semplici venditori, ma come “cooperatori” per la sicurezza».

La nuova parola d’ordine, ancor più nell’ottica dell’affermarsi delle smart city e di fronte all’espansione del comparto smart home, è sicuramente “integrazione”. Ma non di sola tecnologia si deve parlare. Quale la sua interpretazione di “sicurezza integrata”?

«I continui odiosi tentativi di intrusione e di phishing che affollano con ransomware e altri malware mail e social stanno seriamente minando la fiducia dei consumatori sulla tutela dei propri dati e beni, e taluni sono spaventati dall’uso crescente e “obbligato” di app e social e dal non facile contrasto. Inoltre, oggi appare ambiguo il ruolo della “privacy” che a volte sembra quasi in conflitto con la sicurezza. Recentemente l’Autority ha espresso ampie riserve sull’utilizzo generalizzato delle tecniche biometriche e della videosorveglianza per il controllo accessi in un’azienda. Dal lato opposto si sta spingendo sempre più all’uso delle credit card per qualsiasi acquisto o pagamento, sapendo bene che la tracciabilità potrà violare alcuni dati personali “sensibili”, come nel settore della sanità (penso a una visita da un oncologo), del credo religioso, della militanza politica, finanche delle abitudini sessuali. Infatti, sugli estratti conto e sui movimenti, ben visibili dagli addetti bancari, le transazioni vengono dettagliate riguardo al beneficiario. Questa situazione non aiuta certo gli operatori della sicurezza a realizzare un progetto completo di sicurezza integrata, dove è indispensabile armonizzare le soluzioni tecnologiche con le procedure gestionali e con la privacy. Anche questa è una sfida, forse maggiore di quella tecnica, indubbiamente da affrontare e vincere».

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