Le parole di Andrea Moschetti, presidente FAAC, restituiscono l’immagine di un’azienda attenta all’ambiente, che ha saputo integrare non solo negli uffici ma anche all’interno della linea di produzione innovazioni volte alla riduzione del consumo energetico e dello spreco di risorse.
Dalla divisione Faac Simply Automatic, che racchiude i prodotti e i servizi legati all’automazione accessi, all’app Simply Connect per configurare da remoto i propri impianti, il gruppo Faac ha sempre fatto della semplicità un suo marchio di fabbrica. Un leitmotiv che ha guidato le azioni dell’azienda anche quando è stato il momento di prendere posizione su un tema importante, quello dell’impegno a favore della sostenibilità. La scelta è stata, ancora una volta, semplice, come dimostra fin dal nome il progetto SimplyNoWaste, con cui Faac si è posta come obiettivo la riduzione del proprio impatto ambientale a partire da una gestione responsabile dei rifiuti.
L’ultimo (ma solo in senso cronologico) mattone è stato posato con l’iniziativa “Ri-puliamo il mondo” organizzata in collaborazione con il Comune di Zola Predosa (BO) lo scorso 24 settembre, tramite cui i dipendenti Faac hanno ripulito dalla spazzatura il suolo pubblico adiacente alla sede aziendale, differenziando i rifiuti per tipologia (carta, plastica, vetro, indifferenziata).
Ne abbiamo parlato con il presidente del gruppo Andrea Moschetti, che ci ha illustrato nel dettaglio tutte le azioni “virtuose” messe in pratica quotidianamente a livello aziendale.
Quali sono le good practices promosse da FAAC tra i propri dipendenti?
«Prima di tutto, abbiamo sostituito i 366 cestini per l’indifferenziata presenti in azienda con punti di raccolta differenziata; parallelamente, abbiamo completamente eliminato la plastica, dalle macchinette come dai distributori, sostituendo, in occasione del nostro rebranding aziendale, le bottigliette con borracce in alluminio. Infine, per chiudere il cerchio, abbiamo installato all’interno della nostra sede numerose fontanelle, così da ridurre le opportunità di spreco dell’acqua e produzione di rifiuti in plastica.
Un’altra iniziativa che abbiamo promosso - in collaborazione con la startup Re-cig, che si occupa della raccolta e smaltimento dei mozziconi di sigaretta - è stato il posizionamento di contenitori dedicati in cui buttare le cicche, che vengono poi riciclate per la produzione di oggetti di uso comune (per esempio, montature di occhiali e manici di ombrello).
Ci siamo inoltre attivati per il recupero dell’acqua piovana, che viene raccolta tramite un apposito sistema e riutilizzata per le cassette di scarico dei WC e, a partire dal 2006, abbiamo installato pannelli fotovoltaici per una potenza di 175 kW, che copre circa l’8% del fabbisogno energetico dello stabilimento. Abbiamo eliminato completamente il traffico veicolare all’interno dell’azienda, per evitare la produzione di emissioni inquinanti e rischi per il personale; in generale, abbiamo tante zone verdi negli spazi comuni, che abbiamo deciso di valorizzare a discapito dell’asfalto per creare per i nostri dipendenti un ambiente di lavoro salubre, piacevole e luminoso».
Quali sono le iniziative intraprese per la riduzione delle emissioni inquinanti?
«Abbiamo cercato di incentivare il più possibile, all’interno dell’azienda, l’utilizzo delle scale, posizionando, nell’ambito della campagna informativa “Take a step for the future”, pannelli illustrativi che spiegano l’impatto dell’utilizzo degli ascensori sull’ambiente e sui consumi energetici.
Inoltre, abbiamo in corso diverse iniziative in ambito di mobilità sostenibile: il nostro mobility manager aziendale sta lavorando alla realizzazione di un sistema di navette da e verso l’azienda per i dipendenti, mentre è stato appena attivato un piano di car sharing con veicoli a benzina ed elettrici, così da poter offrire a collaboratori, clienti e fornitori la maggiore scelta possibile di alternative sostenibili per raggiungere la nostra sede.
A fine settembre abbiamo lanciato anche un’app per il real time carpooling, attraverso cui i dipendenti possono mettersi in contatto con i colleghi e organizzarsi per effettuare il tragitto casa-lavoro utilizzando un unico veicolo. Abbiamo messo a disposizione di tutti i nostri collaboratori anche la mappa delle piste ciclabili presenti in zona, così da incoraggiare le persone a venire al lavoro in bicicletta».
Come trasferite il concetto di sostenibilità nella vostra produzione?
«Spesso e volentieri le porte automatiche, per esempio nei negozi, sono poste in zone di passaggio pedonale, dove le persone transitano senza necessariamente entrare: a causa della continua alternanza tra apertura e chiusura dei battenti, il rischio di squilibri termici altamente dispersivi per l’energia è elevato.
Nel corso degli anni abbiamo quindi investito sullo sviluppo di tecnologia per l’automazione accessi in chiave energy saving, lavorando su sensori in grado di determinare la direzione dei movimenti e controllare di conseguenza l’apertura o meno della porta. Se la persona si dirige verso l’ingresso del locale, manifestando quindi l’intenzione di entrare, la porta si apre; se invece si limita a transitare, passando in senso longitudinale davanti all’accesso, il varco si apre solamente di pochi centimetri (“falsa apertura”) per poi richiudersi rapidamente. In questo modo diventa possibile minimizzare lo scambio termico tra l’interno e l’esterno dei locali, evitando la dispersione dell’aria condizionata in estate e del calore in inverno.
Sempre in ambito di tecnologia, non si può non segnalare l’approccio sostenibile di Faac al tema dell’energia, veicolato attraverso l’utilizzo del marchio GreenTech come segno di riconoscimento per le linee di prodotto che permettono di ridurre il consumo di energia degli impianti - fino al 50% in meno (per le automazioni in movimento) e fino al 90% in meno (per quelle in stand-by) - rispetto alle tecnologie tradizionali. Il marchio indica quindi i prodotti adatti a essere impiegati anche in interventi di retrofit di automazioni preesistenti, per implementare le prestazioni energetiche degli impianti ai sensi di quanto indicato dalle ultime direttive europee in materia».
Altre best practices a livello aziendale da segnalare?
«Il nostro programma di welfare, inaugurato una decina di anni fa, è un fiore all’occhiello di cui andiamo orgogliosi, in continuo sviluppo; in questo senso, gli ultimi due anni di pandemia hanno rappresentato per noi un’occasione di crescita. In concomitanza con il primo lockdown, per esempio, abbiamo fatto un accordo con enti formativi privati per attivare un servizio di istruzione a domicilio per i figli dei nostri dipendenti, costretti a casa a causa della chiusura delle scuole. In questo modo, gli operai della linea di produzione - il cui lavoro non era ovviamente remotizzabile -sono riusciti a tornare in azienda con tranquillità, consapevoli di avere a casa qualcuno che pensava ai loro bambini facendo formazione e colmando il gap apertosi a causa della pandemia.
L’offerta di welfare in azienda è in generale molto ampia e innovativa, con borse di studio, campi scuola, buoni spesa, ma non solo: l’ultimo benefit che abbiamo messo in campo, pochi mesi fa, è un servizio di lavanderia a domicilio. All’interno della sede è stato creato un punto di raccolta dove depositare un sacchetto di tessuto (identificato da un codice a barre per ogni persona) con i capi da lavare, che vengono ritirati da una lavanderia industriale e restituiti puliti e stirati al legittimo proprietario. Per ciascun dipendente, l’azienda investe inoltre una somma a fondo perduto, contribuendo anche economicamente a questo tipo di servizio».
Quali sono i prossimi piani per il futuro?
«Stiamo lavorando a un progetto per realizzare nel parcheggio una tettoia con pannelli fotovoltaici. L’idea è quella di aumentare la produzione di energia, così da diventare il più possibile autonomi da fonti energetiche terze, e implementare il numero di colonnine di ricarica già presenti in azienda. Senza dimenticare il comfort di non trovarsi l’auto surriscaldata dal sole a fine giornata».
Lama d’aria integrata sostenibile ed energy saving: Airslide ottimizza i tempi di apertura/chiusura delle porte
Faac ha brevettato nel 2018 il sistema Airslide, costituito da un monoblocco che racchiude sia gli automatismi di apertura sia il sistema di barriera d’aria. La lama d’aria viene così integrata all’interno del profilo della porta, creando una barriera che riduce del 62% le dispersioni termiche dovute all’apertura/chiusura del varco e limita il consumo energetico, evitando anche l’entrata di smog, polvere, sporcizia e insetti dall’esterno. Positivo anche l’effetto sul comfort ambientale, in quanto il sistema assicura un notevole abbattimento dei colpi d’aria in prossimità della porta. Infine, la linea slanciata di Airslide ne permette l’integrazione in qualsiasi contesto architettonico.