«È possibile applicare l’intelligenza artificiale ai sistemi di videosorveglianza? In tal caso, in quali settori potrebbe essere utile?», chiede un lettore di Sicurezza.
L’Intelligenza Artificiale (AI) sta oggi rapidamente modificando - per non dire rivoluzionando - il mondo della videosorveglianza e dei sistemi di difesa/sicurezza, con sistemi in grado di analizzare i dati ambientali (non solo le immagini delle telecamere, ma anche tutti gli input di sensori e dispositivi collegati) molto più rapidamente di quanto farebbe un essere umano o anche un gruppo di persone.
Per esempio, analizzando i filmati provenienti dalle telecamere, l’AI può rilevare in tempo reale l’abbandono di un oggetto (che potrebbe contenere un ordigno esplosivo) o le modifiche apportate a un’opera d’arte (in caso di vandalismo) e perfino lo sviluppo di fiamme libere (anticipando l’individuazione di un principio d’incendio rispetto agli stessi sensori di rilevazione dei fumi).
Il cosiddetto “people counting” è stato applicato con successo durante la pandemia per limitare l’accesso ai luoghi chiusi e l’introduzione delle termocamere ha consentito, per esempio in aeroporti e stazioni, di individuare rapidamente i soggetti che mostravano una temperatura corporea più elevata della soglia di allarme. In banca, vengono da tempo utilizzati sistemi di videosorveglianza in grado di rilevare persone a terra, oppure con le braccia alzate, o che indossano maschere o accessori che ne impediscono l’identificazione, facendo scattare quantomeno un’allerta per la sorveglianza.
Inoltre, l’AI può essere utilizzata per migliorare la qualità delle immagini, eliminando disturbi, riducendo o aumentando la luminosità, evidenziando i dettagli importanti e riducendo i falsi allarmi. Occorre anche tenere presente che l’AI non è soggetta a distrazione o a calo di attenzione (fisiologici nelle attività umane) e non può essere minacciata, riducendo ulteriormente i comportamenti criminali a danno dei dipendenti.
Entro dicembre 2023, il Parlamento dovrà approvare una norma per disciplinare l’uso del riconoscimento facciale, importante strumento di lotta alla criminalità, e a questo riguardo sicuramente l’AI fornirà un ulteriore vantaggio per la sicurezza urbana e privata, riuscendo a individuare rapidamente soggetti già noti alle Forze dell’Ordine e segnalati come potenzialmente pericolosi.
Si “aprirà” quindi un mercato finora compresso e limitato alle sole attività di accertamento dei reati e di tutela della pubblica sicurezza: non pochi saranno i limiti che dovranno essere imposti all’utilizzo dell’AI nel settore privato (con le inevitabili conseguenze per la riservatezza e i diritti fondamentali dei cittadini), ma la strada è ormai tracciata.