La soluzione di Bird Control Group riesce a dissuadere (quasi) ogni tipo di pennuto dal frequentare una determinata area, garantendo l’incolumità di uomo e animale ed evitando danni agli impianti industriali e collisioni con i velivoli.
Se la coabitazione tra uomo e animale è alla base di molti problemi - data la densa antropizzazione degli spazi - già in città, questo è ancor più vero laddove sono presenti installazioni industriali o agricole. Trattandosi, peraltro, di attività spesso dislocate in zone di frangia tra l’ambito urbano e quello agreste, la presenza di animali selvatici è ancora più marcata, portando diverse problematiche a emergere con prepotenza.
Pensando ai volatili, si entra poi in un campo (quello dell’aria) che non ha di fatto confini: ecco, dunque, che anche le presenze più innocue in apparenza (piccioni, pappagalli, oche) possono tramutarsi in un incubo per chi gestisce delle installazioni industriali. Pochi sanno, infatti, che la coesistenza “pacifica” tra industria e uccelli non è semplice: molte specie opportuniste sono attratte da campi coltivati, capannoni, allevamenti, ma anche da impianti fotovoltaici ed eolici in quanto fonti di riparo o di cibo.
Quest'attrazione può essere, in alcuni casi, fatale per gli uccelli (si pensi ai bird strike, ossia gli impatti con aerei e pale eoliche), ma anche dannosa per gli impianti stessi. Considerato che molte specie volatili sono sì invadenti, ma anche giustamente protette in quanto fauna, come difendersi in modo efficace e duraturo rappresenta un bel quesito cui la società olandese Bird Control Group fornisce un’interessante risposta.
Il pronipote laser dello spaventapasseri
L’idea che Bird Control Group, società nata da uno spin-off dell’Università di Delft (Paesi Bassi), porta avanti da un decennio è semplice e si basa su un mix di tecnologia ed etologia. Sfruttando la luce laser - che rientrando nello spettro verde viene percepita dai volatili come un’entità fisica e, quindi, assimilata a un predatore quando è in movimento - si induce il naturale istinto di sopravvivenza che fa spiccare il volo all’uccello: di riflesso, se un solo esemplare di uno stormo si leva in volo, gli altri lo seguono in quanto avvisaglia di un pericolo.
Il sistema Avix Autonomic Mark II, messo a punto da Bird Control Group, è proprio un’installazione fissa di quella che a prima vista può ricordare una telecamera a circuito chiuso di prima generazione, ma in realtà è un occhio laser che mappa continuamente una porzione di spazio, sia esso un terreno, un tetto o un traliccio.
Identificate le zone dalla cui frequentazione deve essere dissuasa l’avifauna, esse vengono mappate per definirne i confini e il raggio laser si sposta al loro interno seguendo tracciati casuali: si tratta di uno stratagemma per evitare che gli stormi si abituino, vanificando dopo relativamente poco tempo l’efficacia della soluzione. L’imprevedibilità del movimento del laser fa sì che nel medio termine (dal mese in avanti) l’effetto dissuasivo sia persino superiore per via del comportamento sociale e abitudinario degli uccelli, che iniziano a considerare l’area in questione poco sicura.
Dal 70% di volatili dissuasi in su
L’esperienza di Bird Control Group consta di 10 anni di installazioni, prevalentemente nel settore agricolo, che è peraltro un vero e proprio “campo minato” per quanto riguarda le variabili da prendere in considerazione. Le coltivazioni estensive del Nord e Sud America, mercati sui quali la società olandese ha la presenza più radicata, sono difficili da presidiare per dimensioni e per attrattività nei confronti di specie molto aggressive, come per esempio i pappagalli: per l’animale si tratta di inestimabili fonti di sopravvivenza a cielo aperto.
Nelle installazioni industriali, invece, il problema è meno sentito, sebbene questi spazi si prestino a fornire riparo per la nidificazione, altro motivo che spinge i volatili a resistere anche malgrado il ricorso a strumenti molto sofisticati come il dissuasore laser.
Da ultimo, bisogna pensare al fattore dell’illuminazione naturale, che decurta la visibilità del laser: tutte queste variabili, prese in considerazione dai tecnici Bird Control Group nella fase di valutazione, non riescono comunque a far scendere l’efficacia del sistema al di sotto del 70% di dissuasione nei confronti dei volatili. La maggior efficacia è riscontrata nei confronti di quelle specie che costituiscono il vero problema per le produzioni industriali: gabbiani, piccioni e columbidi, corvidi, oche e pappagalli.
Quali applicazioni in ambito sicurezza
Una case study interessante che mostra l’efficienza di questo sistema anche nel mondo della sicurezza è quella dell’aeroporto di Adelaide in Australia, considerato dagli uccelli un habitat attraente a causa degli estesi appezzamenti di terreno non edificato. Una situazione che porta con sé un’implementazione del rischio di possibili eventi di bird strike, con le relative conseguenze sulla sicurezza dei voli e dei viaggiatori.
Da giugno 2014, l’aeroporto utilizza Aerolaser, una versione manuale del laser sviluppato da Bird Control Group che permette agli operatori preposti alla dissuasione dei volatili di coprire un’area di 1,6 km a partire da un punto centrale, evitando di attraversare le piste e le vie di rullaggio per una maggiore sicurezza del personale dell’aeroporto.
Il laser non danneggia gli uccelli: «In questo modo, siamo riusciti a sviluppare un metodo sostenibile e animal-friendly per disperdere i volatili e prevenire il rischio di bird strike - spiega Melita Low, Senior Environment Advisor dell’aeroporto - In questo senso, il laser di Bird Control Group ha rappresentato un’eccellente aggiunta agli strumenti già a nostra disposizione».
Tutte le specie di uccelli, dai cacatua rosa agli ibis bianchi australiani, sono state allontanate con successo dagli spazi aeroportuali, che fossero singoli esemplari o veri e propri stormi: «All’inizio si allontanavano solo di un paio di metri, ma l’efficienza del sistema aumenta con l’utilizzo, per cui gli uccelli si spostano sempre di più ogni volta che vengono “colpiti” dal laser». La versione manuale del dispositivo è inoltre dotata di una funzionalità cosiddetta di Horizon Safety, per cui il laser non entra in azione una volta superata un’altezza predefinita, evitando il rischio di accecare i velivoli.
AVIX AUTONOMIC MARK II: COM’È FATTO
- Che cos’è: il sistema Avix Autonomic Mark II si basa su un raggio laser di classe 3B, con potenza nominale di 500 mW, che viene installato in posizione dominante rispetto all’area da presidiare.
- Come funziona: è programmato per muoversi continuamente all’interno di un’area predefinita a una velocità compresa tra i 6 e i 10 km/h, similmente a quanto farebbe una persona che cammini a passo veloce; proprio questo movimento, che segue dei tracciati casuali, impedisce ai volatili di abituarsi e di prendere confidenza con il dissuasore - come avviene invece con gli spaventapasseri fisici o sonori.
- Alimentazione: Avix Autonomic Mark II necessita di alimentazione a 230 V in A/C (picco massimo nominale 100 W) e, qualora il sito non fosse raggiunto dalla corrente elettrica, sono possibili alimentazioni in loco tramite pannello fotovoltaico.
- Raggio d’azione: minimo 300-400 m anche in condizioni di forte luminosità ambientale
- Manutenzione: minima, il bulbo laser è garantito per 5.000 h di utilizzo, la sostituzione non richiede personale qualificato ed è simile a quella di una normale lampadina.
- Usabilità: alta, grazie a un’app per smartphone che consente di regolare in autonomia le fasce orarie di funzionamento e i tracciati.
- Sicurezza: la potenza del laser fa sì che non possa essere utilizzato al di fuori di spazi privati non accessibili al pubblico o comunque ad accesso limitato a solo personale addetto. Il funzionamento del laser va interrotto in presenza di personale umano nel raggio d’azione. Per mitigarne la pericolosità e, al contempo, renderlo più visibile per i volatili, il diametro del fascio laser ha un diametro di circa 5-6 cm, il che ne diluisce la potenza su una superficie più ampia.
CHI È BIRD CONTROL GROUP
Nata da uno spin-off dell’Università di Delft dieci anni fa, Bird Control Group ha dapprima usufruito di un fondo dell’Unione Europea per la ricerca nell’ambito di prodotti innovativi, per poi radicarsi in breve tempo sul mercato di casa, vale a dire i Paesi Bassi, e sui mercati nordamericani (quello statunitense in particolare).
La maggior richiesta arriva dal settore agricolo, motivo per cui nel Nord Europa, nel Nord America e, poi, in Sud America e Australia, dove vi sono grandi appezzamenti di terreno coltivati con un approccio industriale, i sistemi laser per la dissuasione dei volatili hanno preso campo. Attualmente Bird Control Group conta due sedi nei Paesi Bassi, una filiale negli Stati Uniti e in Australia, una ulteriore in via di apertura in Corea del Sud.
In Europa, l’azienda si sta espandendo sul mercato britannico, ma allargando il campo di interesse alla protezione degli impianti industriali e delle energie rinnovabili può affiancare al ramo delle coltivazioni due filoni in grado di trainarla anche sul mercato italiano.