La videosorveglianza è un elemento chiave per la sicurezza in ambito residenziale, commerciale e industriale. A seconda degli spazi e delle attività da monitorare, delle esigenze (anche in termini di privacy) e del budget, l’installatore dev’essere preparato a proporre soluzioni molto differenti tra loro, in termini sia di costi sia di complessità d’installazione e gestione.
Progettare e realizzare un impianto di videosorveglianza in grado di soddisfare le esigenze del committente e garantire un monitoraggio H24 per la massima sicurezza di persone e cose richiede un’attenta ricerca e analisi delle soluzioni proposte dal mercato.
Da molto tempo, ormai, la videosorveglianza non è più un benefit per pochi, ma uno strumento per tutti che eleva il livello di sicurezza di un impianto antintrusione o di controllo degli accessi. Gli ambiti di applicazione sono infatti molteplici: dalle abitazioni (per il monitoraggio interno - bambini, anziani, animali domestici ecc. - ed esterno) agli uffici, dalle attività commerciali a quelle industriali con diversi gradi di rischio.
Per ognuno di questi ambiti esistono soluzioni differenti in termini di prestazioni, costi e complessità d’installazione e gestione. Per questo motivo è fondamentale che l’installatore di sistemi di videosorveglianza (nativo o acquisito) abbia innanzitutto il polso del mercato, ovvero sia costantemente aggiornato sulle proposte delle aziende fornitrici, ma soprattutto sia capace di trovare rapidamente la soluzione più idonea in base a vari fattori (esigenze, budget, prestazioni, affidabilità ecc.).
Residenziale indoor e outdoor: dal low cost all’impianto pro
Le soluzioni per la videosorveglianza in ambito residenziale sono molteplici e con prestazioni (e costi) molti differenti tra loro. Si parte con le classiche telecamere IP da interno e/o esterno: installabili e configurabili anche col fai-da-te, richiedono però una scelta oculata tra le migliaia di modelli in commercio per valutare le caratteristiche (alimentazione autonoma o esterna, portata, angolo di visione, risoluzione, certificazione IP ecc.) e scegliere il dispositivo più adatto in base alle richieste di monitoraggio, al posizionamento ecc.
Il know-how tecnico dell’installatore è fondamentale per valutare tutti questi fattori in tempi rapidi, così da proporre la soluzione migliore e fornire al cliente tutti i servizi necessari (installazione, manutenzione, interventi tecnici ecc.) per garantire un funzionamento ottimale dell’impianto.
I principali vantaggi delle telecamere IP “fully wireless” (Wi-Fi e alimentazione) sono il basso costo, la facilità di installazione, espansione dell'impianto e riposizionamento dei dispositivi in caso di mutate esigenze. Se il cliente desidera monitorare un altro luogo, basta spostare o aggiungere una nuova telecamera e il gioco è fatto.
I limiti di questa soluzione sono la scarsa resistenza dei dispositivi alle manomissioni e ai sabotaggi, l’affidabilità a lungo termine (soprattutto in un contesto outdoor) e la necessità di affidarsi a un servizio cloud (quasi sempre a pagamento) per memorizzare le riprese audio/ video e rivederle in qualsiasi momento in alternativa allo storage locale (scheda SD). Si tratta di un sistema poco sicuro (la scheda può essere rimossa in pochi secondi dal ladro) e inaffidabile.
Per una protezione più efficace e affidabile, in ambito residenziale l’installatore dovrebbe sempre proporre un “vero” sistema di videosorveglianza, composto da due o più telecamere IP fisse (bullet o dome) e da un registratore digitale NVR che acquisisce le immagini, le registra su hard disk (anche su cloud) e le diffonde in streaming su Internet per la visione da remoto su PC, smartphone e tablet.
Questa tipologia di soluzione è molto più versatile, flessibile e scalabile rispetto alle IP cam, è compatibile con qualsiasi budget e permette di fidelizzare la clientela tramite la proposta di altre soluzioni di sicurezza (antintrusione, nebbiogeno, accessi smart ecc.).
A seconda del budget, delle esigenze della committenza e del luogo da proteggere si possono valutare varie soluzioni, dalle più semplici, basate sull’analisi video intelligente e funzioni “base”, a quelle più complete ed evolute interfacciabili con i sistemi antintrusione per godere anche della funzionalità di videoverifica.
Negozi e altre attività commerciali
Anche se molti negozianti si affidano ancora alle IP cam fai-da-te per monitorare gli spazi commerciali (soprattutto la zona cassa) e quelli di accesso (entrata principale e secondaria), la soluzione migliore è analoga a quella proposta per l’ambito residenziale: un impianto di videosorveglianza composto da varie telecamere IP (anche motorizzate) collegate a NVR.
In base alla tipologia e alle dimensioni dell’attività commerciale si può ricorrere a un presidio passivo (la semplice visione delle registrazioni su NVR o cloud in caso di controlli, effrazioni ecc.) oppure attivo (con un addetto alla sicurezza che monitora costantemente o saltuariamente le riprese delle telecamere).
Per un monitoraggio più efficace degli ambienti commerciali H24, soprattutto durante l’orario di chiusura degli esercizi, è bene valutare anche il ricorso ai servizi degli istituti di vigilanza, come il monitoraggio video costante o su richiesta (tramite pulsante antirapina/antipanico a disposizione dei commessi) con eventuale intervento delle pattuglie di vigilanza e/o delle forze dell’ordine.
Anche l’installazione aggiuntiva nei negozi di uno o più monitor (guardie virtuali) che mostrano le riprese delle telecamere a tutti i presenti (clienti, addetti ecc.) rappresenta un efficace deterrente nei confronti di ladri e malintenzionati.
La progettazione dell’impianto di videosorveglianza in ambito commerciale deve inoltre rispettare i requisiti di privacy indicati dalle normative vigenti, a tutela sia della clientela sia dei lavoratori. Si consiglia anche, in occasione del sopralluogo per l’installazione del sistema di videosorveglianza, di verificare lo stato e il livello di efficienza degli altri sistemi di sicurezza (come quelli per il controllo degli accessi e l’antintrusione), proponendo eventuali upgrade o sostituzioni degli impianti esistenti o l’installazione di nuove soluzioni tecnologiche altamente efficaci come i nebbiogeni.
Uffici e altri spazi lavorativi
Per gli impianti di videosorveglianza in uffici e aree lavorative valgono le stesse indicazioni degli spazi commerciali (impianto IP con NVR), seppur con qualche distinguo. Innanzitutto, è bene ricordare che la videosorveglianza a distanza e qualsiasi altra forma di controllo atta a monitorare l’operato del dipendente nell’orario di lavoro e nei locali dove si svolgono le mansioni quotidiane sono sempre vietate a meno di un accordo preventivo con i sindacati e l’ispettorato del lavoro.
Per questo motivo, in fase di progettazione dell’impianto è necessario dare la massima priorità al rispetto della privacy e, se necessario, limitare il monitoraggio video alle aree esterne e interne al fine di controllare solamente i flussi d’ingresso e uscita del personale attraverso gli accessi pedonali e carrabili, le aree di parcheggio ecc. In ogni caso, sempre per questioni di privacy, le riprese di un particolare luogo o specifico accesso sono accessibili solo alle forze dell’ordine su richiesta formale da parte del datore di lavoro e dell’impresa.
Per il rispetto delle norme sulla privacy e il disbrigo delle pratiche burocratiche in materia, è consigliabile affidarsi a professionisti oppure a istituti di vigilanza che si occupano anche dell’installazione di telecamere, configurazione dell’impianto e monitoraggio da remoto.
Siti industriali a rischio basso ed elevato
I siti industriali richiedono soluzioni di videosorveglianza con prestazioni commisurate ai potenziali rischi di furto, sabotaggio, accesso non autorizzato e incidenti in fase di produzione.
Se il livello di rischio è basso e le aree esterne non ospitano strumenti né impianti di grande valore (non solo economico ma anche strategico), un impianto di tipo professionale con telecamere IP fisse e motorizzate è già sufficiente a garantire la sicurezza necessaria all’interno e all’esterno della struttura (perimetro, varchi di accesso, parcheggi ecc.). In caso di aree esterne molto ampie e condizioni ambientali difficili, le tradizionali telecamere di videosorveglianza non sono più sufficienti (a meno di impiegarne un gran numero) e richiedono anche una costante attenzione da parte degli addetti della sala controllo.
Lo stesso discorso si applica anche al monitoraggio dei macchinari industriali e alla prevenzione di possibili malfunzionamenti o gravi incidenti (come gli incendi), dove la tecnologia ottica incontra diversi limiti che riducono fortemente le prestazioni e la sicurezza nel sito industriale. Per superare questi limiti esistono tecnologie alternative che possono rimpiazzare o affiancarsi al rilevamento ottico.
La termografia, per esempio, è una tecnica relativamente recente nell’ambito della videosorveglianza ma, grazie alla riduzione dei costi e all’evoluzione tecnologica dei sensori e delle ottiche, viene tenuta in considerazione al pari degli altri sistemi di sicurezza quando si progetta un impianto di videosorveglianza su larga scala e in condizioni critiche.
L’energia termica non subisce le stesse attenuazioni della propagazione ottica, perché i raggi infrarossi viaggiano nell’atmosfera in modo più efficiente di quanto non faccia la luce visibile. Questo permette di ampliare il raggio d’azione (anche di diversi chilometri in condizioni ottimali) utilizzando un numero inferiore di termocamere. I raggi IR emessi da corpi caldi non vengono inoltre bloccati da elementi oscuranti come fumo, polvere, fogliame e nebbia.
La termografia è di grande utilità anche nel monitoraggio dei macchinari, delle linee di produzione, dei siti di stoccaggio di carburanti, materiali combustibili e rifiuti perché, rispetto ai sensori fumo/fiamma, permette di rilevare e prevenire gli incendi con maggiore precisione e tempestività. In sostanza, è possibile ricevere segnalazioni su anomalie termiche in largo anticipo e senza un contatto diretto, con la possibilità di attivazione automatica dell’impianto antincendio e allerta degli operatori in loco.
Esistono anche telecamere ibride ottico/termiche che coprono qualsiasi esigenza di monitoraggio a 360 gradi, riducendo i falsi allarmi grazie all’analisi incrociata dei dati con il supporto dell’intelligenza artificiale.
Le telecamere per la sicurezza industriale installate in condizioni particolari devono supportare un grado di resistenza più elevato rispetto ad ambienti come quelli residenziali e commerciali: può essere quindi necessario fare ricorso a dispositivi con certificazione IP66 contro gli agenti atmosferici, IK10 contro urti e vandalismi, ATEX per ambienti a rischio esplosione ecc.
Il monitoraggio dei processi di produzione può richiedere anche l’adozione di sensori a elevato frame rate (60 FPS a 2 MP), tecnologie di gestione del controluce (WDR) e delle zone scarsamente illuminate (Starlight, Lightfinder ecc.). Non meno importante è il ruolo delle analitiche, come le maschere dinamiche che tutelano la privacy dei lavoratori o dei processi di produzione coperti da brevetto.