Con l’apertura di un bando europeo del valore di un milione e mezzo di euro, il comune di Biella ha messo in cantiere i lavori per la modernizzazione dell’impianto cittadino di telecamere.
L’amministrazione di Biella, capoluogo di medie dimensioni del Piemonte orientale e capitale europea del tessile, ha recentemente concluso le procedure per la gara europea indetta per la riorganizzazione, l’adeguamento e la manutenzione del sistema di videosorveglianza urbana e di controllo degli accessi in ZTL (Zona a Traffico Limitato), così da rinnovare completamente e ottimizzare un servizio ormai non più competitivo.
I dispositivi attualmente in uso, infatti, non sono in grado di rilevare e riconoscere le targhe dei veicoli in transito, di conseguenza non è possibile interconnettere il sistema con le basi dati ministeriali SCNTT (Sistema Centralizzato Nazionale per Transiti e Targhe). Inoltre, l’impianto esistente non garantisce la copertura di tutti gli accessi al territorio comunale, mentre alcuni punti sensibili della città non risultano sufficientemente controllati.
Sul territorio comunale sono stati quindi previsti 53 punti di ripresa per la videosorveglianza urbana e il rilievo targhe dei veicoli in transito, con riferimento sia alla sostituzione delle apparecchiature obsolete, sia all’installazione di nuovi dispositivi in altri siti. Il piano per la fornitura e l’installazione delle apparecchiature prevede una formula di noleggio decennale, per un valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro. I sistemi saranno dotati di alimentazione propria e connessione alla rete dati, per inviare le immagini al videoserver della sede della polizia locale.
La parola al comandante Migliorini
Massimo Migliorini, dirigente del settore Polizia locale, descrive la situazione al momento dell’inizio del suo incarico sette anni fa, quando le telecamere, situate in vari punti della città e adibite principalmente al controllo della circolazione stradale, erano 21: dispositivi gestiti dalla centrale operativa della polizia locale e divenuti, nel corso del tempo, obsoleti o non funzionanti.
«Nel corso degli anni è avvenuta una stratificazione di nuove apparecchiature in maniera estemporanea: per esempio alcune telecamere sono state posizionate per il controllo degli accessi alla funicolare o in occasione dei lavori di rifacimento della centrale piazza del Duomo; lo stesso è successo quando è stato realizzato il parcheggio multipiano.
Il punto - specifica il comandante - è che ciascuna telecamera è stata dotata di un proprio software, mentre manca invece un collegamento omogeneo alla centrale operativa: per poter accedere alla centralina e usufruire delle immagini registrate dal sistema, siamo quindi obbligati a intervenire ogni volta nei pressi dell’apparecchiatura. Lo stesso principio vale anche per il macchinario (ormai datato) adibito al controllo elettronico della ZTL, che costringe gli operatori a un controllo minuzioso targa per targa, per esempio per la verifica dei falsi positivi.
La gara europea a procedura aperta è stata bandita proprio per ovviare a queste problematiche, che rendono il servizio non più adeguato e competitivo rispetto alle esigenze della città».
Quali parametri prevede il bando indetto a maggio scorso?
«Il bando, che si è aperto il 3 maggio, ha previsto tra le altre cose la stipula con l’azienda vincitrice di un contratto di locazione con riscatto a un euro dopo dieci anni, secondo cui la ditta incaricata del lavoro, dopo aver verificato lo stato di tutti gli impianti di videosorveglianza presenti sul territorio (alcuni funzionanti al meglio, altri obsoleti e altri ancora fuori uso) si occuperà della loro tenuta e manutenzione per dieci anni, garantendo qualità e funzionalità per tutto il periodo stabilito - anche sostituendo gli apparecchi ove non operativi o non funzionanti in maniera ottimale. Soprattutto l’azienda avrà il compito di omogeneizzare il sistema, da gestirsi tramite un unico software il cui controllo sia presso la nostra centrale operativa».
Alla centrale operativa potranno accedere anche gli operatori di altre forze dell’ordine?
«Certamente, è infatti prevista l’estensione dei permessi di accesso ai meri fini di visione dei filmati da parte della questura e del comando dei carabinieri. I loro operatori non potranno intervenire sulle riprese, ma potranno agevolmente ricercare, fermare e salvare, anche in tempo reale, quanto necessario per eventuali indagini, senza più essere costretti ad attendere i tempi della richiesta formale di accesso alle riprese video.
Sarà così implementato il servizio di pubblica sicurezza, senza rischiare che le immagini vengano visionate con ritardo o, peggio, non siano più disponibili perché cancellate secondo il rispetto dei tempi di conservazione vigenti secondo le normative di legge».
Oltre ai punti dove sostituire le apparecchiature, sono previsti altri siti di installazione?
«Uno dei luoghi che l’amministrazione ha scelto per implementare il sistema di videosorveglianza è lo spazio dei giardini pubblici Zumaglini, un grande polmone verde al centro della città la cui realizzazione risale al 1876. Il Comune intende valorizzare quest’area in cui, tra alberi ormai secolari, sorge il palco della musica, inaugurato esattamente cent’anni fa con l’idea di rappresentare il fulcro per eventi musicali, culturali e di aggregazione.
Il parco ora è invece anche punto di ritrovo per gruppi di persone, che provocano disagi ai residenti e a coloro che vogliono usufruire dello spazio o anche solo lo attraversano. La scelta di posizionare qui alcune delle nuove telecamere si inserisce quindi in un generale piano di rivitalizzazione e messa in sicurezza dell’area.
Verrà inoltre completamente rinnovato l’impianto di controllo per la ZTL, con qualche modifica alla dislocazione degli accessi sorvegliati. Le telecamere non si limiteranno a verificare se l’ingresso dell’autoveicolo sia o meno abusivo, ma saranno utilizzate anche per il controllo da remoto della regolarità di assicurazioni e revisioni, verifica per cui le apparecchiature attuali non sono omologate».
Sono previste altre funzionalità aggiuntive al momento non in uso?
«Sia per le telecamere riservate al controllo accessi della ZTL, sia per quelle all’ingresso del territorio comunale è previsto l’inserimento di targhe attenzionate su richiesta della questura, dei carabinieri o del corpo di polizia cittadino, per tracciare e ricevere alert al transito delle autovetture di determinati soggetti a rischio, a prescindere dal compimento di trasgressioni.
Si tratta di un utilizzo di tipo chiaramente preventivo che dovrebbe fungere da deterrente, essendo l’impiego repressivo della videosorveglianza soggetto a illeciti amministrativi o penali ai fini di polizia giudiziaria. Sarà possibile inserire le targhe di soggetti sospetti o sottoposti a indagini, che, a prescindere dall’autorizzazione per accedere alla ZTL, verranno comunque segnalati».
Che tipo di servizio dovrà necessariamente garantire il nuovo sistema elettronico?
«È stato previsto che le apparecchiature installate e il sistema siano implementabili, così da poter gestire il software attraverso la centrale operativa se in futuro l’amministrazione decidesse di aggiungere altre telecamere. Al momento, infatti, i diversi software dei dispositivi non sempre dialogano tra loro e/o con la centrale, per cui capita di dover intervenire su sistemi fisicamente al di fuori della centrale o gestiti dalla ditta di guardie giurate che pattuglia il territorio piuttosto che dal sistema di controllo dedicato alla funicolare.
Oltre alla realizzazione di un sistema omogeneo, il progetto prevede che tutta la strumentazione resti aggiornata e innovativa, per cui la ditta installatrice sarà tenuta a sostituire le apparecchiature se non fossero in grado di funzionare al meglio e soddisfare le esigenze da noi indicate. Al termine dei dieci anni previsti dal contratto, il Comune potrà riscattare l’intero sistema al costo simbolico di un euro, ovviamente stipulando in concomitanza un contratto di manutenzione (come avviene abitualmente)».
Qual è il vantaggio in questo caso?
«Trattandosi di un canone di locazione, la spesa ricade nell’ambito del Titolo I del bilancio comunale, che norma le spese in conto corrente; altrimenti sarebbe considerata alla stregua di un investimento, ricadendo nel Titolo II. Per un Comune delle dimensioni di Biella, una spesa totale di 1.792.483 euro sarebbe fin troppo onerosa e implicherebbe l’apertura di un mutuo, mentre in questo modo il pagamento dell’intero importo verrà suddiviso anno per anno, inclusa la manutenzione degli impianti».
Dal punto di vista normativo, che tipo di bando è stato aperto?
«Il valore complessivo del progetto (poco meno di due milioni di euro) ha imposto di istituire un bando a evidenza pubblica con la massima apertura consentita; quindi, un bando europeo cui possano accedere anche numerose ditte da altri Paesi. Al bando è stata data la massima pubblicità, con l’inserimento in Gazzetta Ufficiale e nel Bollettino Ufficiale Regionale (BUR Piemonte) in un’ottica di massima apertura e trasparenza.
Le aziende che hanno aderito sono state sei in tutto; alla fine di luglio è stata aperta l’offerta tecnica, per cui era stata precedentemente istituita una commissione con il compito di valutare gli aspetti tecnici e in generale la progettualità. Questi aspetti peseranno per il 70% sul punteggio finale, mentre il restante 30% sarà costituito dall’offerta economica più vantaggiosa».
Quali sono i requisiti minimi introdotti per le aziende partecipanti?
«Innanzitutto, l’impresa deve presentare tutte le certificazioni richieste per il settore di riferimento, che sarà compito della commissione tecnica verificare. Il gruppo di ingegneri incaricato dall’amministrazione ha inoltre predisposto un piano che includesse le nostre esigenze, gli standard minimi di qualità richiesti, l’indicazione dei punti in cui le telecamere dovranno essere installate, oltre che dei fini dell’intervento.
Oltre al progetto illustrato, nulla vieta che in futuro il Comune partecipi ad altri bandi per finanziare nuove installazioni di telecamere, per esempio in alcune frazioni che al momento sono scoperte da questo punto di vista. È chiaro che, essendo già molto innovativo l’attuale progetto di videosorveglianza, l’ottenimento di altri finanziamenti dovrà fare riferimento a sistemi ulteriormente sofisticati o a un’altra tipologia di apparecchiature ma, per come abbiamo impostato le cose, ogni nuovo ingresso di strumentazione potrà e dovrà essere pienamente integrato nella rete preesistente».
Controllo a monte tramite la lettura targhe
Parla Giacomo Moscarola, vicesindaco di Biella con deleghe a progetti PNRR e coordinamento fondi europei, nazionali e regionali, polizia locale, sicurezza, protezione civile, viabilità, sport, quartieri.
Da cosa deriva la decisione di investire una cifra considerevole, seppur spalmata su dieci anni, in videosorveglianza?
«Il sistema di videosorveglianza di Biella è piuttosto datato, risalente ormai al 2010 e privo di un contratto di manutenzione specifico. Negli anni alcune telecamere si sono guastate, quindi al momento sono attivi solo i dispositivi per il controllo dei varchi della zona a traffico limitato, lasciando scoperte intere porzioni di territorio comunale. Risulta altresì evidente la necessità di una maggiore omogeneità di gestione, anche per evitare il dispendio, in termini di tempo, del lavoro degli operatori di polizia locale, che con il nuovo progetto potranno dedicarsi ad altre mansioni a garanzia della sicurezza urbana».
Ci sono luoghi pubblici interessati da criticità particolari?
«Non parlerei di criticità particolari: piuttosto, come risultato dei confronti periodici che l’amministrazione intrattiene con le forze dell’ordine, è emersa l’esigenza di un presidio per una maggiore tutela del territorio. Da qui la scelta di implementare il sistema dedicato alla lettura delle targhe, anche con fini di prevenzione in aggiunta al mero controllo e repressione delle infrazioni stradali.
I reati che si registrano nel biellese, infatti, sono ascrivibili solitamente a furti e truffe perpetrati perlopiù da soggetti non residenti: per questo abbiamo ritenuto che una forma di controllo a monte, con un sistema di alert nel caso di rilevamento di targhe sospette, sia ciò di cui la cittadinanza ha maggiore necessità.
Aggiungo che, per la realizzazione del sistema di videosorveglianza, nel 2010 il Comune si è fatto carico di un mutuo, mentre oggi si è scelto di procedere con un’uscita di spesa corrente in modo da suddividere il pagamento in dieci anni, incluso il servizio di manutenzione e aggiornamento delle apparecchiature».