Il “Telegraph” riferisce dell’installazione presso il carcere di alta sicurezza di Yancheng in Cina, dove sono rinchiusi alcuni dei criminali più pericolosi del Paese, di una rete di intelligenza artificiale capace di monitorare tutti i soggetti presenti nella struttura e avvertire le guardie se succede qualcosa di sospetto.
La sua realizzazione è stata affidata a un’azienda specializzata in sorveglianza in collaborazione con la Tianjin University. Questa rete unisce le capacità delle telecamere di videosorveglianza a quelle di una serie di sensori e a una intelligenza artificiale che elabora i dati di riconoscimento facciale e di analisi del movimento.
La tecnologia è in grado di controllare fino a 200 volti contemporaneamente, quindi si destreggia anche nelle condizioni di elevato affollamento, per esempio se i detenuti si ammassano in un corridoio, nel self service della prigione o nell’area riservata agli esercizi, oppure se dovesse scoppiare una rissa.
L’allerta scatta per esempio se un detenuto si mette a camminare avanti e indietro nella cella ma serve anche a monitorare i secondini disonesti che trattano male i prigionieri, adottano comportamenti discriminatori o aiutano i detenuti a scappare. L’evoluzione di questi sistemi potrebbe essere la tecnologia che riconosce le persone dall’andatura, quindi senza bisogno di immagini ad alta risoluzione del loro volto. Qualcosa di simile sta sviluppando sempre in Cina Watrix, e amplierà molto le possibilità di garantire la sicurezza, sempre nei limiti di legge.