L’edizione 2025 del rapporto Genetec sullo stato del settore della sicurezza fisica ha identificato le ultime tendenze a livello globale, come la propensione all’adozione di soluzioni ibride tra cloud e on-premise, l’aumento dell’interesse verso l’intelligenza artificiale e un sempre maggiore coinvolgimento dei team IT.
È disponibile da fine 2024 il Rapporto Genetec sullo stato del settore della sicurezza fisica, lo studio che ha permesso di indagare l’evoluzione del comparto, gli sviluppi in atto nei vari processi aziendali a livello globale e i trend per il 2025. L’indagine ha coinvolto 5.696 interlocutori tra aziende, partner di canale, system integrator e consulenti. I dati si riferiscono anche al mercato italiano ed europeo (15% del totale) e mettono in luce alcune tendenze significative del settore.
Le peculiarità del mercato europeo rispetto al resto del mondo

«In Europa il focus è attualmente sulla migrazione e sostituzione dei sistemi di sicurezza fisica - spiega Dario Schiraldi, Channel Account Executive Italy di Genetec - Gli impianti ormai tecnologicamente obsoleti sono tantissimi, sia perché il settore ha visto negli ultimi tempi una crescita molto veloce a livello di innovazione, sia perché a livello generale la sicurezza viene prevalentemente identificata con l’impianto di videosorveglianza. Manca l’approccio a un’analisi a tutto tondo delle problematiche di sicurezza, dalla protezione fisica di un sito alle minacce informatiche, che sono sempre più presenti nel quotidiano e richiedono tecnologie costantemente aggiornate per poterle fronteggiare».
Una percentuale significativa dei sistemi di sicurezza in Europa risulta composta da impianti TVCC e antintrusione: il 55% degli intervistati da Genetec dichiara, infatti, di avere installato sistemi di rilevamento delle intrusioni, mentre il dato medio a livello globale è solo del 33%. «Bisogna però evidenziare che spesso gli impianti di videosorveglianza e quelli antintrusione non sono collegati tra loro, per cui non si forniscono a vicenda informazioni, a scapito del livello globale di sicurezza» rileva Schiraldi. In questo senso, il comparto italiano sembra essere un attimo arretrato rispetto alle soluzioni attualmente presenti sul mercato e anche rispetto ai trend europei.
Per quanto riguarda il cloud, si tratta di una tecnologia che ancora deve diffondersi. Il 55% degli utenti finali in Europa - una percentuale significativamente superiore alla media globale del 33% - ha dichiarato di non voler archiviare alcun video in cloud nel 2025. Il livello di adozione del cloud è probabilmente influenzato dalla relativa mancanza di data center (tant’è che in Italia sono in crescita gli investimenti per la realizzazione di nuove strutture) e dalla potenza delle connessioni dati, che devono essere in grado di supportare il trasferimento di una mole di informazioni importante (i cosiddetti big data).
«Nel settore della sicurezza fisica, il cloud in Italia sta faticando a decollare - afferma Schiraldi - Basti pensare che, giustamente, i soggetti pubblici e privati che intendono fornire servizi cloud alla pubblica amministrazione devono sottostare a un processo di qualificazione che passa dall’Agenzia per l’Italia Digitale all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale».
In generale, la tendenza è quella di privilegiare soluzioni ibride che combinano sistemi on-premise e cloud, trovando un equilibrio tra i vantaggi della scalabilità del cloud e la necessità di avere il controllo dell’infrastruttura locale.
Controllo accessi al centro dell’attenzione
Per quanto riguarda gli ambiti prioritari per lo sviluppo di nuovi progetti nel 2025, a livello globale il controllo accessi si classifica in prima posizione per i partner di canale (69%) e i consulenti (54%), seguito dalla videosorveglianza con rispettivamente il 63% e 40% delle preferenze.
Una situazione di cui Schiraldi propone la lettura in chiave europea: «Il mercato si è finalmente reso conto che l’impianto di videosorveglianza non sopperisce a quello antintrusione, realizzando che più è ampio il numero di sistemi a disposizione per la gestione della sicurezza meglio è. Il segmento del controllo accessi si trova quindi a vivere una nuova gioventù, perché viene percepito come attualmente indispensabile per una gestione più efficace ed efficiente dei siti (in combinazione con la videosorveglianza e i sistemi antintrusione, ovviamente)».
I sistemi biometrici, nello specifico, stanno riscuotendo molto interesse, con un focus sul riconoscimento delle impronte digitali, che risulta essere meno “rischioso”, per quanto riguarda la tutela della privacy, rispetto al riconoscimento facciale. «Quello del trattamento dei dati raccolti dai sistemi biometrici è un tema su cui ancora bisogna fare chiarezza - riconosce Schiraldi - Si tratta di una questione che richiede una riflessione approfondita (anche a livello normativo) sulle modalità di implementazione della tecnologia».
I focus di videosorveglianza e antintrusione
Nell’ambito della videosorveglianza, l’analisi video e il deep learning stanno guadagnando sempre più peso sul mercato, grazie alle funzionalità avanzate per cui il sistema auto-apprende ed è in grado di identificare tempestivamente anomalie ed eventi significativi: dal mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale in ambito lavorativo a un camion in una posizione pericolosa per l’incolumità delle persone.
«In generale, l’analisi video ha ridotto notevolmente tutte le occorrenze di falsi allarmi o allarmi impropri, perché assicura una maggiore certezza nella rilevazione dell’intrusione in qualsiasi contesto e situazione (anche in presenza di condizioni meteo avverse)» sottolinea Schiraldi.
Sotto il fronte della protezione perimetrale, infine, il futuro promette balzi in avanti notevoli, con sistemi sempre più avanzati. Per il controllo di aree dalle vaste estensioni perimetrali, sono in fase di sviluppo soluzioni che permettano il monitoraggio tramite droni-sentinella via terra e via aria: «La piattaforma Genetec consente sia il controllo e la gestione dei droni, sia l’integrazione con i sistemi antintrusione, così da individuare e seguire gli intrusi all’interno di un perimetro protetto con estrema precisione e tempestività».
Automazione intelligente
Il grande tema sulla bocca di tutti nel 2024 è stato l’intelligenza artificiale: a questo proposito, il rapporto di Genetec evidenzia a livello globale un aumento significativo dell’interesse verso l’adozione di questa tecnologia nella sicurezza fisica, con il 37% degli utenti finali intenzionati a implementare nel 2025 funzionalità AI (nel 2024 il dato si attestava sul 10%). La maggior parte di chi interagisce attivamente con l’intelligenza artificiale (42%) si orienta verso un approccio strategico e mirato, utilizzandola come uno strumento per semplificare le procedure di sicurezza e migliorare il rilevamento delle minacce tramite l’automazione dei processi di routine.
Questo dato va comunque contestualizzato nell’ambito di uno scenario in cui il 75% degli utenti finali esprime preoccupazioni per quanto riguarda etica e utilizzo responsabile nell’applicazione dell’intelligenza artificiale.
«Genetec preferisce parlare di automazione intelligente, piuttosto che di intelligenza artificiale - specifica Schiraldi - Limitiamo le funzionalità AI allo svolgimento di attività ripetitive nell’intento di andare a migliorare l’analisi dei dati, così da lasciare in ultimo alla persona la decisione su come procedere».
Largo alla cybersecurity
Le previsioni per il futuro sembrano vedere in pole position il tema della cybersecurity, all’insegna della sempre maggiore integrazione tra i reparti IT e i team di sicurezza fisica: in Europa il 77% degli utenti finali dichiara che i due dipartimenti collaborano, mentre oltre il 50% di tutti gli intervistati riferisce che i dipartimenti informatici sono sempre più coinvolti nella gestione dei sistemi di sicurezza fisica e nelle decisioni associate.
«Negli ultimi anni la convergenza tra la sicurezza fisica e quella digitale è sempre più manifesta - commenta Schiraldi - Oggi i professionisti della sicurezza non gestiscono più (e solo) gli allarmi, ma soprattutto i dati. Quella che un tempo era la commutazione del contatto è diventata un’informazione che viene acquisita ed elaborata assieme ad altre informazioni per generare segnalazioni sul pannello di controllo.
Questo significa che, per offrire agli utenti una protezione completa, la cybersecurity non può essere lasciata da parte. Il coinvolgimento dei team IT e la collaborazione tra i vari sottosistemi della sicurezza rappresentano oggi una necessità».
Cosa bolle in pentola
Il 66% dei partner di canale partecipanti al rapporto Genetec in Europa ha dichiarato che i propri clienti vogliono accedere a nuove tecnologie e funzionalità. L’azienda è pronta ad accettare la sfida:
«Per il futuro, abbiamo in programma di sviluppare funzionalità sempre più evolute per quanto riguarda la gestione delle informazioni - dice Schiraldi - Partendo dai dati raccolti dalle telecamere per integrarli con le informazioni rese disponibili dagli altri sistemi di sicurezza (per esempio, il controllo accessi).
Vogliamo continuare a evolvere quello che rappresenta il valore aggiunto di Genetec, ossia la capacità di mettere in comunicazione tecnologie che normalmente non parlano tra loro, utilizzando le informazioni per qualificare gli eventi (discriminando i falsi allarmi) e indirizzarne la gestione, così da alleggerire il carico di lavoro dell’operatore
di sicurezza».