L’avvocato risponde – Termografia e videosorveglianza sui luoghi di lavoro

L'avvocato Gianluca Pomante risponde alle lettere dei nostri lettori. In testa ai quesiti, la possibilità di installare una telecamera termografica sul luogo di lavoro e la necessità di videosorvegliare un distributore automatico all'esterno di una tabaccheria.

Videosorveglianza e consenso dei dipendenti

In previsione della riapertura, posso installare una telecamera termografica per individuare e identificare all’ingresso eventuali dipendenti o persone con la febbre?

A.N., MILANO

Le telecamere termografiche di nuova generazione, eventualmente integrate con sistemi biometrici di identificazione automatica degli interessati, stanno tornando rapidamente al centro del dibattito sulla videosorveglianza da quando c’è l’esigenza di controllare la temperatura dei soggetti che si accingono ad entrare in uno stabilimento produttivo o semplicemente in ufficio.

Sebbene i costi di installazione siano rilevanti per un impianto di tale portata, sempre più aziende stanno optando per tale soluzione, che risulta più efficace ed efficiente, sebbene nel lungo periodo, rispetto all’operatore con il classico termometro a contatto o a distanza, che non risulta essere particolarmente affidabile e che rende lenti i controlli e, conseguentemente, gli accessi.

L’uso della telecamera termografica non presenta alcun rischio particolare, soprattutto se associata a un sistema di videosorveglianza tradizionale, che permette all’operatore, allertato dal software di scansione, di individuare e fermare (con le dovute cautele e la necessaria riservatezza) il soggetto che risulta essere interessato da un innalzamento della temperatura corporea (non necessariamente causato da coronavirus).

Più delicato il ricorso a un sistema di identificazione biometrica, che non appare obiettivamente giustificato rispetto all’obiettivo da perseguire e, soprattutto, sarebbe fortemente impattante per i diritti e le libertà degli interessati dal punto di vista del rischio di uso illecito. L’uso di un sistema di questo tipo comporterebbe per l’azienda la necessità di una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA) e risulterebbe difficile da giustificare in assenza di particolari esigenze di sicurezza che non sono certo quelle riconducibili alla semplice gestione dei controlli sanitari. Se, invece, vi fossero ulteriori problemi di sicurezza e l’installazione del nuovo sistema di videosorveglianza rientrasse in una più generale riorganizzazione dei sistemi di sorveglianza aziendali (ad esempio per la protezione di aree fortemente a rischio come centrali operative, caveau, laboratori di ricerca, ecc.), la soluzione biometrica potrebbe essere accuratamente valutata ed eventualmente anche adottata, avendo però l’accortezza di porla anche al centro di un accordo sindacale specifico con i rappresentanti dei dipendenti, dato l’elevato rischio che comporta anche dal punto di vista del controllo a distanza.

 

Sorveglianza dei distributori automatici 

Posso installare un sistema di videosorveglianza nello spazio antistante la mia tabaccheria, dove ho posizionato il distributore automatico di sigarette?

L. P., Monza

La tutela del patrimonio aziendale rientra tra le ipotesi di legittimo interesse che giustificano il trattamento dei dati registrati dalle videocamere, a condizione che l’impianto sia installato in modo tale da non riprendere la pubblica via e da garantire esclusivamente la protezione del distributore automatico da atti di vandalismo o tentativi di furto/rapina ai danni degli avventori.

A tal proposito, è anche opportuno specificare nell’informativa - che dovrà essere obbligatoriamente apposta in forma semplificata sui muri esterni alla tabaccheria (oltre che messa a disposizione in forma estesa) e in posizione tale da essere visibile prima che l’interessato entri nel raggio d’azione della telecamera - che una ulteriore base giuridica del trattamento è la sicurezza delle persone che potrebbero utilizzare il distributore, sia come avventori che con riferimento al personale addetto alla ricarica delle sigarette e al prelievo di denaro contante, i quali potrebbero essere vittime di tentativi di furto e rapina.

I cartelli con le informative devono essere posizionati in modo tale da essere visibili anche nelle ore notturne ed è opportuno che il registratore sia accessibile al solo personale tecnico incaricato della sua manutenzione, onde evitare qualsiasi problema di gestione delle immagini da parte del titolare. Le immagini dovrebbero essere criptate, così da proteggerle dall’accesso non autorizzato, in caso di sottrazione del dispositivo o di malfunzionamento delle interfacce di comunicazione. Poiché, normalmente, i distributori automatici sono collocati in prossimità di vetrine ed ingressi delle tabaccherie, una ulteriore forma di tutela dovrebbe essere quella di specificare chiaramente se l’impianto di videosorveglianza ha lo scopo di controllare solo il distributore automatico o se le immagini verranno utilizzate per tutelare - genericamente ed in modo allargato - il patrimonio aziendale (quindi anche le vetrine e quanto custodito all’interno) e la sicurezza del personale dipendente e dei clienti/fornitori. Da ultimo, è importante specificare per quanto tempo le immagini saranno conservate e, in particolare, se per un periodo superiore alle normali 24 ore (per esempio, in occasione del turno di riposo, dei giorni festivi, delle ferie, ecc.).

 

 

 

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