L’intelligenza artificiale si mette al lavoro

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Focus sulle applicazioni che oggi stanno rendendo numerosi ambienti produttivi più sicuri: le possibilità di diffusione grazie al know-how degli installatori e dei system integrator sono grandi.

Ancora oggi gli infortuni sul lavoro rappresentano una vera e propria piaga, con un morto ogni 6 ore secondo i dati Inail. La speranza è che l’attuale scenario drammatico possa migliorare grazie all’introduzione delle nuove soluzioni 4.0.

Michele Oriboni, Technical Presales di Axitea

«Sul mercato si sono affacciate recentemente diverse tecnologie volte a supportare in modo efficace la prevenzione dei rischi sul posto di lavoro, quali algoritmi di video e audioanalisi addestrati con l’intelligenza artificiale o soluzioni che, grazie alla termografia, sono in grado di rilevare gli incendi in aree esterne oppure, ancora, disposi­tivi indossabili in grado di individuare situazioni di pericolo come la presenza di persone a terra (man down), rendendo così possibile intervenire in modo tempestivo» spiega Michele Oriboni, Technical Presales di Axitea.

In questo scenario, la tecnologia dirompente per eccellenza, ovvero l’intelligenza artificiale, porta un valido contributo specifico al fine di elevare i livelli di sicurezza dei lavoratori. «Parlando di videosorveglianza, l’apporto dell’intelligenza artificiale è principalmente legato allo svilup­po di algoritmi volti ad analizzare una grande quantità di dati, che consentono contemporane­amente di riconoscere, identificare e classificare cose e individui, oltre ad analizzare il contesto e i comportamenti, rilevando in tempo reale si­tuazioni di pericolo e di rischio con il vantaggio di maggiori tempestività ed efficacia».

Prevenire i rischi con l’AI

Entrando nel merito dei diversi scenari reali, di fatto intelligenza artificiale e nuove tecnologie 4.0 permettono di prevenire diverse tipologie di pericolo. «La videosorveglianza con AI può rile­vare rischi come gli incendi in ambienti esterni, lo sconfinamento in aree di rischio off-limit, i comportamenti pericolosi derivati dalla presen­za combinata di persone e oggetti o automezzi, l’utilizzo scorretto di alcuni DPI e perfino il ve­rificarsi di comportamenti lesivi come possono essere, per esempio, le aggressioni alle persone» prosegue Oriboni.

Quest’ampia e diversificata possibilità d’inter­vento dell’AI e delle nuove tecnologie permette di rendere più sicure molteplici attività quotidiane. «Volendo fare degli esempi concreti: utilizzan­do le telecamere sulle quali è stato applicato e addestrato un algoritmo, l’AI può analizzare la postura umana, rilevando l’eventuale stato di man down e generando un alert per soccorrere la persona in difficoltà.

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Grazie all’utilizzo di telecamere e lavorando con regole di videoanalisi e algoritmi di classificazione addestrati con l’AI, è possibile identificare la presenza di esseri umani e Tir in manovra all’interno di una zona specifica, generando eventi sonori e ottici in loco per evitare la collisione

Un altro esempio è la capacità di diminuire il rischio di investimento dei pedoni a causa degli “angoli ciechi” presenti nei Tir in manovra all’interno di piazzali e baie di carico. Grazie all’utilizzo di telecamere e la­vorando con regole di videoanalisi e algoritmi di classificazione addestrati con l’AI, si può identifi­care la presenza di esseri umani e Tir in manovra all’interno di una zona specifica, al fine di gene­rare eventi sonori e ottici in loco per far sì che vengano allertati all’istante autista e pedoni».

I settori più avanzati

L’AI e le nuove tecnologie possono rafforzare la prevenzione del rischio incidenti e infortuni in molteplici settori e ambienti di lavoro. Tra questi, alcuni stanno investendo maggiormente rispetto ad altri. «Gli ambienti di lavoro che richiedono maggiormente le nuove tecnologie sono quelli legati al mondo produttivo e logistico, in cui la sicurezza rappresenta un fattore cruciale - se­gnala Oriboni - In questi settori sono evidenti i pericoli per i lavoratori ed è obbligatorio l’uti­lizzo dei dispositivi di protezione personale. Ci sono, poi, casi in cui gli ambienti di lavoro sono di dimensioni elevate e i dipendenti potrebbero trovarsi a lavorare in zone isolate o aree confi­nate, oppure altre situazioni in cui i lavoratori svolgono mansioni che richiedono di interagire con macchinari in movimento come muletti, ca­mion, furgoni e così via, con la presenza di rischi correlati per cui si rende necessario aumentare il livello di sicurezza».

Chiaramente aziende, ambienti di lavoro e perso­nale devono possedere determinate competenze per trarre il massimo beneficio dall’impiego delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale contro gli infortuni: «Per sfruttare appieno le nuove tecnologie a favore della sicurezza sul la­voro, è necessaria una visione chiara da parte della dirigenza su come esse possano contribuire a migliorare la safety e una cultura aziendale che ponga la sicurezza come centrale e priori­taria. Non esistono competenze specifiche, ma è importante scegliere fornitori affidabili che possano offrire soluzioni adatte alle specifiche esigenze dell’azienda».

Lo scenario italiano

Poiché all’inizio dell’articolo è stato riportato il dato allarmante sull’elevato numero di incidenti mortali che ancora oggi si registrano in Italia nonostante le numerose campagne di sensibi­lizzazione, è doveroso interrogarsi su quanto si stiano effettivamente dimostrando sensibili le aziende della Penisola per quanto riguarda gli investimenti in nuove tecnologie e nell’AI al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro.

«Obbliga­toria nelle aziende di ogni settore e dimensione, la figura dell’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) sta assumendo una valenza sempre più significativa, con una maggiore attenzione nel valutare, testare e im­plementare nuove tecnologie volte a formare le risorse, nonché monitorare le situazioni, analizzare i dati per mitigare e/o eliminare comporta­menti sbagliati o rilevare situazioni di pericolo» commenta Oriboni.

Se esistono in Italia margini di miglioramento dello scenario, è altrettanto corretto segnalare che permangono ancora oggi alcuni limiti che frenano una vera e propria svol­ta positiva: «Gli ostacoli sono principalmente di due tipologie, legati all’organizzazione o alle normative. Nel primo caso, l’adozione di nuove tecnologie implica un cambiamento nel modo di lavorare e nella cultura aziendale, che può incontrare resistenza da parte di alcuni dipen­denti e manager. Nel secondo caso, la raccolta e l’analisi dei dati sui lavoratori possono sollevare preoccupazioni in materia di privacy e devono esserci procedure gestite in modo trasparente e in conformità alle normative vigenti».

Il contributo degli installatori

Rispetto a uno scenario ancora oggi tanto in­certo, è necessario avvalersi delle competenze di tutti gli attori dell’ecosistema. In questa di­rezione, il contributo di installatori e system integrator può risultare sicuramente decisivo nell’implementare progetti di sicurezza affida­bili basati su nuove tecnologie e AI. «Installatori e system integrator possono giocare un ruolo fondamentale nell’implementare progetti di si­curezza affidabili basati su nuove tecnologie e intelligenza artificiale - conferma Oriboni - La loro esperienza e competenza tecnica sono es­senziali per garantire la corretta installazione, configurazione e manutenzione di questi sistemi complessi. Capire le esigenze dei clienti, scegliere le tecnologie più idonee, progettare, installare e configurare correttamente le soluzioni e sup­portare l’apprendimento del sistema sono solo alcune delle attività cruciali di cui un system integrator dovrebbe occuparsi».

Per implementare con successo i vari progetti, i professionisti devono aprirsi alle nuove oppor­tunità tecnologiche, introducendo magari anche nuove competenze da integrare con le preceden­ti, così da coltivare un know-how trasversale. «A loro volta, gli stessi installatori e system in­tegrator devono essere costantemente orientati all’innovazione, occuparsi anche di aspetti come la cybersecurity e collaborare sempre più con software house in grado di correlare i dati pro­venienti da più tecnologie e renderli poi fruibili ai clienti finali».

Cosa accadrà domani

Considerando che l’innovazione tecnologica oggi non soltanto non conosce sosta ma è persino rapidissima, risulta interessante capire quale potrebbe essere la prossima applicazione di sicu­rezza sul lavoro basata sull’AI, tanto dirompente quanto già fruibile: «Un’applicazione di sicurezza sul lavoro basata sull’AI che potrebbe sembrare futuristica, ma è già alle porte e alla portata delle aziende è un sistema di monitoraggio dello stato di affaticamento dei lavoratori, a tutela della loro sicurezza. Alcune applicazioni si trovano già nei sistemi di guida degli automezzi, ma possono essere estese ad altri ambiti grazie all’utilizzo di AI e analisi video».

Si tratta di un’opportunità che, seguendo il prin­cipio ispiratore, può essere sicuramente estesa anche ad altri scenari. «Sempre in quest’ottica, alcune aziende stanno iniziando a utilizzare gli esoscheletri per assistere i lavoratori in compi­ti fisicamente impegnativi. Questi dispositivi possono evolvere e monitorare l’affaticamento del lavoratore e, in alcune circostanze, inviare segnalazioni in caso di malore o infortunio» conclude Oriboni.


Un esempio concreto

Axitea ha recentemente sviluppato un progetto di anticollisione per Martur Fompak, azienda che opera nel campo della produzione di complementi per auto, grazie a cui è stato affrontato con successo il potenziale problema degli incidenti, ottimizzando il flusso di lavoro nello stabilimento e mettendo in primo piano la salvaguardia dei dipendenti.

Grazie a un sistema di videosorveglianza dotato di videoanalisi con intelligenza artificiale opportunamente addestrata, è possibile generare autonomamente un allarme in caso di pericolo, riducendo così fortemente la possibilità di eventi accidentali di collisione.

In particolare, il sistema è stato posizionato nelle vicinanze delle baie di carico e, quando un pedone si avvicina a un mezzo pesante in manovra, l’intelligenza artificiale - che analizza costantemente i flussi video - si accorge del pericolo e attiva allarmi sonori e luminosi, che permettono al dipendente e/o all’autista del mezzo di accorgersi del pericolo e mettersi in sicurezza.


 

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