Grazie all’incontro tra infrastrutture Wi-Fi pubbliche e sistemi di videosorveglianza, sul territorio nazionale è possibile aumentare, in un colpo solo, sia gli standard di sicurezza, sia il numero di servizi erogabili.
Considerati ormai essenziali per elevare gli standard della sicurezza urbana e del controllo del territorio, il numero dei sistemi di videosorveglianza installati nei Comuni italiani è in continua crescita. Basta pensare che dal 2014 al 2021, secondo i dati ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), il numero di telecamere installate ogni 100.000 abitanti è salito da 66 a 145; città come Roma e Milano, da tempo, hanno superato il tetto di 2.000 installazioni ciascuna, guidando la classifica italiana dei centri urbani più videosorvegliati.
Si tratta di numeri importanti, destinati a crescere ancora prossimamente, come dimostrano i 36 milioni di euro assegnati ai Comuni italiani per finanziare, sul territorio nazionale, la realizzazione di 478 progetti di videosorveglianza, in virtù del decreto firmato l’estate scorsa dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In questa corsa alla videosorveglianza, tuttavia, deve ancora maturare appieno talvolta la cultura per utilizzare la tecnologia delle telecamere al meglio, allo scopo di ottenere i risultati di sicurezza e controllo attesi.
Per esempio, sempre seguendo i dati ANCI, un Comune su cinque è privo di un regolamento per la videosorveglianza. In secondo luogo, l’uso di telecamere posizionate in varie parti della città consente alle polizie locali di monitorare le strade urbane, soprattutto nei punti ritenuti più critici. Tuttavia, i Comuni dotati di una sala unificata con le altre forze dell’ordine non sono più del 15%.
Solo qualche settimana fa, inoltre, ha echeggiato con forza il no del Garante della privacy all’impiego dell’intelligenza artificiale nelle attività di videosorveglianza del Comune di Trento nell’ambito dei progetti di ricerca scientifica Marvel e Protector. Simili forme di sorveglianza negli spazi pubblici, infatti, possono modificare il comportamento delle persone e condizionare anche l’esercizio delle libertà democratiche. Tuttavia, il Garante si è detto pronto a supportare ogni eventuale futura iniziativa di uso dell’AI realizzata in conformità con le norme sulla privacy.
Una sfida da vincere senza fili
Le sanzioni del Garante della privacy sugli utilizzi ancora impropri relativi all’impiego dell’intelligenza artificiale ai fini della sicurezza pubblica - insieme ad alcuni dati ANCI sopra riportati - rendono evidente la lunga strada che bisogna ancora percorrere per un utilizzo ottimale della videosorveglianza. Se in base ai fatti e ai dati già riportati, la questione culturale è evidente, in realtà c’è anche un ulteriore tema tecnologico su cui richiamare l’attenzione.
Nel territorio dei Comuni italiani sono presenti numerosi impianti di videosorveglianza, che spesso però non sono connessi fra loro in modo organico: questo impedisce di trarne tutti i possibili benefici e aumentare l’efficienza complessiva dei sistemi a favore della sicurezza sul territorio.
«I Comuni italiani, in relazione alle caratteristiche dei rispettivi territori (l’orografia come l’estensione delle zone da coprire), devono spesso affrontare i limiti posti dal cablaggio delle infrastrutture preposte alla videosorveglianza, per complessità e costi relativi - commenta Luca Lo Bue, Key Account Manager Italy di Cambium Networks - Tuttavia, esistono oggi soluzioni basate su tecnologie wireless (a 5 GHz o 60 GHz), fixed wireless o miste che sono in grado di supportare in modo sicuro ed efficiente i flussi video anche in alta definizione. Pensiamo, per esempio, alla soluzione integrata FTTx Combo PON, che consente di implementare e gestire più facilmente le distribuzioni dell’ultimo miglio in fibra e/o fixed wireless ibride».
Se le tecnologie possono contribuire a migliorare l’efficienza dei sistemi di videosorveglianza diffusi sul territorio nazionale, non mancano neppure le azioni e le best practice da intraprendere: «La gestione complessiva di un sistema di videosorveglianza - suggerisce Lo Bue - dovrebbe offrire una visione in tempo reale su tutti gli aspetti dei collegamenti, lanciare in modo automatico allarmi in caso di malfunzionamenti e disporre dell’intelligenza necessaria per analizzare i problemi e suggerire soluzioni in tempo reale.
Per queste esigenze noi proponiamo la piattaforma software cnMaestro X, che fornisce un unico pannello di controllo per gestire reti tecnicamente diversificate, semplificando il provisioning e le operazioni delle implementazioni basate su Cambium tra Wi-Fi, switching, sicurezza e SDWAN, fixed wireless e soluzioni in fibra».
A questo punto, allo scopo di passare dalla teoria alla pratica, Lo Bue entra maggiormente nel dettaglio di quali vantaggi effettivamente assicurino gli impianti di videosorveglianza connessi fra loro in modo organico. «Una rete di impianti collegati, gestiti e monitorati come un tutto unico assicura continuità e sicurezza alle funzioni di videosorveglianza. Anche la sicurezza può essere gestita al meglio, per esempio utilizzando assieme a cnMaestro X le funzionalità di un apparato SD-WAN come NSE 3000. In questo modo, il trasporto e il controllo centralizzato dei flussi sono assicurati».
Piccoli comuni, grandi servizi
A tal proposito, Lo Bue segnala quali servizi di sicurezza anticrimine permettono di introdurre o migliorare gli impianti di videosorveglianza connessi tra loro in modo organico. «Un esempio è quello del Comune di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro, dov’è stata realizzata con le soluzioni punto-multipunto Cambium Networks un’infrastruttura per collegare in sistema le numerose reti di videosorveglianza esistenti, mettendo così tutti i servizi di pubblica sicurezza nelle condizioni di operare con la massima efficienza. Aggiungo che, in parallelo, la nuova rete avrebbe anche potuto offrire alla popolazione residente connettività Internet gratuita».
Il Comune di Simeri Crichi si è rivolto alla società ACC di Chilà e Cristallini snc, che si occupa in Calabria e parte della Sicilia di progettazione e implementazione di impianti di sicurezza, videosorveglianza, automazione, controllo accessi, videocitofonia IP, apparati di trasmissione Wi- Fi.
«La nuova infrastruttura di rete wireless ha consentito di collegare efficacemente i sistemi di videosorveglianza, innalzando il livello di controllo e sicurezza sul territorio» ha assicurato Giuseppe Lauria, tecnico e collaudatore dell’impianto di Simeri Crichi.
Tuttavia, è lecito chiedersi: gli impianti di videosorveglianza connessi in modo organico richiedono particolari competenze ai Comuni che li adottano? Da quali suggerimenti partire?
«Sicuramente l’IT manager del Comune deve possedere una visione a 360 gradi sulle tecnologie disponibili, sia per quanto riguarda la parte video sia per quanto riguarda l’infrastruttura di collegamento, per poter valutare le soluzioni più adatte alle specifiche esigenze dei servizi per la sicurezza e del territorio in quanto tale. Oggi i system integrator e gli installatori più preparati, supportati dai propri vendor, sono in grado di istruire il personale con tutte le competenze necessarie per una gestione ottimale».
Il Caso - Aree marine al sicuro
Per l'impianto di telecamere del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è stata realizzata una rete che esalta i concetti di connessione e sistema.
Un caso di particolare successo nell’adozione di impianti di videosorveglianza connessi tra loro è rappresentato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che si estende su un’area di 79.160 ha tra le province di Livorno, Grosseto e l’area a mare.
«È uno dei parchi nazionali italiani con la più forte integrazione tra terra (22%) e mare (78%) e il maggior numero di isole, significativamente distanti e diverse tra loro, ricche di specie endemiche da salvaguardare - spiega Lo Bue - L’ente pubblico che gestisce il parco ha indetto una gara per il monitoraggio e la videosorveglianza di tutte le aree marine protette all’interno delle isole dell’Arcipelago Toscano. L’area interessata comprende, partendo da Nord, le splendide isole di Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.
Oltre che per la videosorveglianza, la rete doveva anche garantire copertura Wi-Fi all’interno di alcune isole. Si è trattato di un progetto particolarmente complesso, caratterizzato anche da notevoli difficoltà logistiche, data la necessità di raggiungere i vari siti via mare e successivamente a piedi, scalando zone rocciose e con condizioni meteo spesso proibitive. Inoltre, la gran parte delle postazioni è stata alimentata con energie alternative (fotovoltaico ed eolico), aumentando conseguentemente la complessità del sistema e la necessità di renderlo il più affidabile possibile».
La soluzione individuata per gestire uno scenario tanto articolato ha saputo rispondere alle aspettative dell’ente, esaltando i concetti di connessione e sistema. La rete viene attualmente utilizzata dal personale dell’ente parco, dai carabinieri forestali e dalla guardia di finanza.
«La rete installata è composta, in sintesi, da una dorsale ad alta capacità in configurazione 2+0 in Space Diversity alla frequenza di 7 GHz in banda licenziata, da una serie di collegamenti in banda libera a 5 GHz e da una serie di access point a 2.4 GHz. Per la nuova dorsale di back-up sono stati utilizzati, nello specifico, i modelli Cambium Networks PTP 670, dotati di antenne da 60 e 90 cm con copertura di tratte sul mare fino a 54 km, che mantengono ottime performance in termini di stabilità e affidabilità.
La rete Cambium Networks, oltre al trasporto dei flussi video delle 90 telecamere termiche e di contesto (PTZ), supporta una rete VoIP che collega le varie sedi nelle isole con un solo centralino telefonico. Inoltre - conclude Lo Bue - opera una rete Wi-Fi per la registrazione di utenti speciali, come le guide del parco e le forze dell’ordine, nei casi di emergenza dove la copertura GSM non è disponibile».
È già in cantiere un nuovo servizio, ovvero l’installazione di nuovi collegamenti per il monitoraggio dei nidi del falco pescatore all’interno del parco, integrando armoniosamente sicurezza e sostenibilità.