Dall’incontro tra Marco Ottocento, socio fondatore della Fondazione Più di un Sogno, che si prende cura di famiglie con figli con disabilità intellettive e sindrome di Down, e Stefano Moretto, amministratore delegato di Italsicurezza, è nata una forte sinergia, che ha visto il coinvolgimento dell'azienda nell’applicazione di tecnologie per favorire l'autonomia di queste persone in ambito residenziale nella massima sicurezza.
La Fondazione Più di un Sogno dal 2007 offre sostegno alle famiglie con figli con disabilità intellettive e sindrome di Down dall’età evolutiva a quella adulta. I giovani vengono seguiti in maniera continuativa tramite percorsi individualizzati che tengono conto delle necessità e delle caratteristiche di ognuno, migliorando la loro qualità di vita e accompagnandoli progressivamente verso l’autonomia.
Per realizzare questi obiettivi e attuare un importante progetto di residenzialità, la fondazione usufruisce di quattro appartamenti inseriti nel complesso denominato Borgo Garofoli situato a San Giovanni Lupatoto (VR): tre di questi locali sono utilizzati per le attività di formazione e uno come abitazione. In questi ambienti protetti le persone vengono guidate dagli educatori nelle attività quotidiane (dalle faccende domestiche alla preparazione dei pasti), imparando a gestire la propria vita nel modo più autonomo possibile.
Il progetto dell’impianto di sicurezza della struttura è stato affidato a Italsicurezza, che ha realizzato un sistema completo e integrato. «I ragazzi con disabilità intellettive e sindrome di Down necessitano di attenzioni peculiari: insieme ai loro responsabili abbiamo individuato una serie di rischi specifici che possono verificarsi durante lo svolgimento della vita quotidiana, in particolare il pericolo di allagamento, fuga di gas e incendio - spiega Stefano Moretto, amministratore delegato di Italsicurezza - Per garantire la sicurezza di ognuno è stata valutata necessaria una soluzione che consentisse agli educatori di monitorare l’ambiente, verificare le presenze e attivare manualmente gli allarmi in caso di emergenza».
Vista la particolare destinazione d’uso degli appartamenti, che ha richiesto una protezione completa a 360 gradi così da mitigare il rischio d’incidenti e agevolare le attività di supervisione dei responsabili della fondazione, a seguito di un accurato ascolto della fondazione e comprensione dei bisogni dei ragazzi è stata prevista l’installazione di un sistema integrato costituito da videosorveglianza, controllo accessi, postazione videocitofonica, rilevazione fumo, gas e allagamento e pulsanti per le chiamate di emergenza.
Un sistema completo
L’impianto di videosorveglianza è formato da 6 telecamere IP ad alta risoluzione in grado di funzionare anche in assenza di luce, attestate a un VMS (Video Management System) connesso in rete che permette la visione live e delle riprese registrate. Grazie a questo sistema, in caso di bisogno, gli operatori possono assistere i ragazzi e supportarli al meglio per la loro sicurezza.
Per uno svolgimento sereno della quotidianità, sono stati installati una serie di sensori, collegati a una centrale d’allarme, che hanno lo scopo di mitigare il rischio di allagamento, fuga di gas o incendio. Nello specifico, sono presenti:
- Rivelatore di gas metano con sensore catalitico, grazie a cui, in stato di allarme, il sistema chiude automaticamente l’elettrovalvola del gas e invia una segnalazione d’allarme al personale preposto;
- Sensori di allagamento con sonda che permette di rilevare la presenza di liquidi sul pavimento, interrompendo la distribuzione dell’acqua in presenza di anomalie. La connessione con la centrale di allarme consente l’invio di una segnalazione in caso di allagamento;
- Sensori per la rilevazione del fumo in grado di individuare situazioni di principio di incendio all’interno della struttura, segnalando tempestivamente l’allarme.
È stata inoltre installata una postazione videocitofonica bidirezionale che consente ai ragazzi di avviare dall’interno una chiamata con i propri educatori. In contemporanea è possibile visualizzare sulle telecamere cosa sta accadendo all’interno dell’appartamento.
L’ingresso delle persone autorizzate è regolato da un sistema di controllo accessi che registra entrate e uscite, segnalando possibili anomalie e permettendo ai responsabili di verificare gli orari di ritorno dei ragazzi, con la possibilità di conoscere in qualsiasi momento quante persone si trovano nel complesso e la loro identità. In ogni ambiente sono presenti alcuni pulsanti di allarme per la chiamata d’emergenza, che permettono ai giovani di allertare i responsabili in caso di necessità.
I sistemi vengono gestiti attraverso un’unica piattaforma PSIM (CUBE Protection®), visualizzando lo storico delle segnalazioni e delle attività, le telecamere e le informazioni derivanti dal controllo degli accessi. Nella dashboard del software viene evidenziata la presenza o meno dei ragazzi all’interno della struttura, rilevando il dato attraverso la lettura del badge di prossimità, mentre lo stato di eventuali allarmi viene presentato direttamente su mappa grafica interattiva.
Il software fornisce strumenti di amministrazione per la creazione di utenti e profili, la visione dei registri eventi e la configurazione degli alert con relativo account mail di destinazione. In caso di assenza di tensione si accendono le luci di emergenza a Led e il sistema inoltra una comunicazione via mail e Telegram.
Sicurezza integrata, autonomia garantita
«La persona con disabilità intellettiva non è necessariamente in grado di gestire in modo completamente autonomo le situazioni di rischio. Per questo motivo, i sistemi di sicurezza applicati agli appartamenti ci permettono di supportare la persona in circostanze di possibile urgenza - commenta Marco Ottocento, socio fondatore di Fondazione Più di un Sogno - Inoltre, è importante sottolineare anche la valenza educativa di questi strumenti, che permettono da un lato di simulare eventuali criticità, favorendo l’acquisizione di competenze, e, dall’altro, di visionare da remoto le abilità dei ragazzi senza l’interferenza fisica di un educatore».
«La protezione della struttura ha rappresentato un progetto importante, che ha richiesto particolare attenzione da parte dei professionisti di Italsicurezza. L’impegno profuso è stato, però, ampiamente ripagato dai risultati raggiunti: vedere i giovani della fondazione imparare a vivere la propria quotidianità in autonomia, serenamente e in modo sicuro è stata una grande gioia che ha riempito di orgoglio tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del sistema» conclude Moretto.
Progettazione attenta per minimizzare il rischio
«La necessità di realizzare un ambiente sicuro per persone con disabilità intellettive e sindrome di Down ha comportato una progettazione particolarmente accurata ed efficace, valutando al meglio le richieste della fondazione e confrontandole con i rischi rilevati durante il sopralluogo. Un aspetto cruciale della soluzione riguarda l’affidabilità del sistema: in un contesto di questo tipo è stato indispensabile scegliere le migliori tecnologie, riducendo al minimo il rischio di falsi allarmi, di mancate rilevazioni o di guasti». - Stefano Moretto, amministratore delegato di Italsicurezza