Il rapporto sull’impatto delle tecnologie nell’edilizia mette in luce la parabola opposta tra le dimensioni della riqualificazione residenziale (-20% nel 2024, secondo le stime) e delle opere pubbliche (+11% nel 2024, sempre secondo le stime). In crescita anche il peso complessivo sul totale dell’impiantistica, che vale il 40,3% rispetto al 37% del 2023.
Da una parte, un patrimonio edilizio in gran parte obsoleto, dall’altra le potenzialità oggettive offerte dalle nuove tecnologie e dall'elettrificazione, sia per quanto riguarda il miglioramento del comfort abitativo, sia per quanto riguarda la sicurezza e la riduzione dei costi energetici, a vantaggio dell’ambiente.
A fotografare lo stato dell’arte e le prospettive future delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche in Italia è il rapporto Anie Confindustria - Cresme, che evidenzia deboli segnali di cambiamento accanto a forti resistenze alla modernizzazione. Sotto indagine, gli utenti finali (1.000 famiglie), gli amministratori di condominio (in tutto 100), 100 progettisti e 500 installatori.
Impiantistica solida
Il settore delle costruzioni ha toccato il suo massimo nel 2023 (con un valore di 309 miliardi di euro), principalmente grazie alle scelte dei governi sulla spesa pubblica, da cui deriva il peso variabile registrato dalla riqualificazione residenziale e dalla spesa in opere pubbliche. La prima è andata crescendo fino al 2022, per decrescere nel 2023 e poi crollare nel 2024 fino al -20% (secondo le stime); la seconda ha avuto una parabola opposta, aumentando nel 2023 e in previsione anche nel 2024 (si stima un +11,4%).
Gli interventi sul patrimonio esistente sono saliti per arrivare al 77%, mentre il valore apportato dalle nuove costruzioni nel 2023 è stato di 66,7 miliardi su un totale di 309 miliardi. Su queste cifre l’impiantistica incide per il 40,3% della spesa complessiva, contro un totale di 59,7% per struttura e finiture. Anche se nel 2024 il trend del mercato risulta in calo (-4,4%), l’impiantistica comunque “tiene” rispetto al totale edilizia, con il segmento dell’elettrotecnica che si dimostra sempre più resiliente.
Il punto di vista di utenti finali e amministratori
I dati del rapporto fotografano un parco abitativo obsoleto: il 61% delle famiglie risiede in un’abitazione costruita prima del 1980, il 24% in edifici anteriori al 1960. Di conseguenza, un quarto dello stock immobiliare ha più di 64 anni e 6 case su 10 ne hanno più di 40; la manutenzione è scarsa, con il 40% delle famiglie che dichiara di aver fatto interventi sull’impianto elettrico.
La situazione a riguardo è cambiata nel periodo 2014-2023, con un aumento del +60% dei lavori; nonostante tutto, risulta basso il livello di conoscenza del cliente finale rispetto al proprio impianto elettrico: il 50% non sa dire se sia mono o trifase, il 17% non ne conosce la potenza contrattuale, il 28% non sa cosa sia il salvavita, il 31% non sa se ha o meno la dichiarazione di conformità, ipianti per gestire la qualità dell’illuminazione, e così via.
Bassa anche la percentuale (36%) di abitazioni dotate di tecnologie evolute, come colonnine di ricarica di proprietà, termoregolazione gestibile da remoto, impianti video, dati e Internet (Vdi), batterie di accumulo, sensori e attuatori per la qualità dell’aria, domotica per operazioni complesse, fotovoltaico, videocitofono anche da remoto. Il 69% delle famiglie intervistate non manifesta l’intenzione di dotarsi di queste tecnologie (fanno eccezione gli impianti fotovoltaici, il cui gradimento è più che doppio rispetto agli altri). La ragione del disinteresse? La popolazione oltre i 56 anni non ne sente la necessità, mentre per i più giovani l’ostacolo è il costo elevato.
La survey condotta tra gli amministratori di condominio mostra come anche in questi contesti le tecnologie evolute siano poco diffuse: al primo posto, c’è l’impianto elettrico di proprietà (FTTH) con il 19,5%, seguito dai sistemi per la gestione e la qualità dell’illuminazione (10,8%), dal fotovoltaico (5%), dagli ascensori connessi in rete per la manutenzione (2,6%), dalle colonnine di ricarica (1,6%), dalle batterie (1,1%) e dalle tecnologie di building automation (1,1%). In riferimento alla manutenzione, le necessità sono guidate più da obblighi normativi che dalla richiesta dei condomini, con l’eccezione degli impianti più visibili (colonnine di ricarica, connettività, produzione di energia con fotovoltaico).
Più cultura per evolvere
In definitiva, a ostacolare il passo alle tecnologie intelligenti con alimentazione elettrica sono, oltre alle ragioni economiche, la non conoscenza, l’abitudine e una mentalità ancorata al passato. Un ostacolo che si può rimuovere - suggerisce il rapporto - puntando sulla comunicazione e sull’informazione tecnica, mostrando concretamente alle persone i vantaggi delle nuove soluzioni tecnologiche, sia in termini di consumi sia in termini di qualità della vita.