L'ultimo Rapporto Clusit mostra come nei primi sei mesi del 2024, gli attacchi cyber abbiano subito una crescita del 23% rispetto al semestre precedente. In media, si sono verificati nel mondo 9 attacchi al giorno; in Italia il 7,6% degli incidenti. La sanità è il settore più colpito a livello globale.
Con 1.637 attacchi cyber rilevati nel mondo - una media di 273 al mese, contro i 230 dello scorso anno e i 139 del 2019 – il primo semestre 2024 conferma il trend di crescita delle incursioni cibernetiche nel mondo. I dati, rilevati e analizzati dai ricercatori di Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, sono stati illustrati lo scorso novembre nel contesto di Security Summit Streaming Edition, appuntamento che riunisce esperti del settore, aziende e professionisti per approfondire i temi più attuali della cybersecurity.
Il convegno si è aperto con la presentazione dell’edizione di fine anno del Rapporto Clusit 2024, che riporta i dati del primo semestre 2024, a cura di alcuni degli autori: Luca Bechelli e Alessio Pennasilico, del Comitato Scientifico Clusit, e Sofia Scozzari e Anna Vaccarelli, del Comitato Direttivo Clusit.
Nel primo semestre 2024 i ricercatori hanno evidenziato una crescita degli eventi di cyber security pari al 23% rispetto al semestre precedente, dato definito “preoccupante” dai ricercatori Clusit soprattutto se confrontato con i dati del 2023, che avevano segnato un aumento a livello globale dell’11% rispetto all’anno precedente.
Oltre alla crescita costante della frequenza degli incidenti, anche la valutazione dell'indice di gravità degli attacchi registrati dai ricercatori di Clusit è andata aumentando anno dopo anno, rappresentando così un ulteriore fattore di moltiplicazione dei danni.
Complessivamente, nel primo semestre di quest’anno l'81% degli eventi registrati ha avuto impatti gravi verso gli obiettivi, in linea con lo scorso anno. Oltre un terzo ha avuto un impatto “critico”, percentuale in calo rispetto allo scorso anno (dal 38% al 31%) a favore degli eventi di severity “alta”, in aumento dell’8% rispetto allo scorso anno (dal 42% al 50%).
La tendenza negli ultimi cinque anni
L’analisi dei ricercatori di Clusit ha preso in particolare considerazione l’arco temporale degli ultimi cinque anni, evidenziando un incremento degli attacchi nel mondo del 110% dal 2019 al 2024; nel primo semestre del 2024 si è verificato il 13% degli attacchi portati a termine nei cinque anni. Si tratta del numero di incidenti più elevato di sempre, ben oltre la linea di tendenza previsionale stimata sulla base dell’andamento dell’ultimo quinquennio.
Se, cinque anni fa, i ricercatori di Clusit rilevavano a livello globale una media di 4,5 eventi al giorno, oggi ne classificano mediamente 9. “Oltre all’incremento dei danni causato dal cybercrime e dalle normali attività di intelligence che osserviamo ormai da molti anni, si conferma nel primo semestre 2024 la fase di conflittualità cibernetica diffusa in cui siamo entrati nel 2022, ulteriormente cresciuta nel 2023 anche a causa dell’allargamento del conflitto tra Israele e le milizie islamiche supportate dall’Iran in vari paesi dell’area medio-orientale”, ha affermato commentando i dati globali Sofia Scozzari, del comitato direttivo Clusit.
Considerazioni sull’Italia
Nel primo semestre di quest’anno, i ricercatori di Clusit hanno registrato un lieve calo nel numero degli attacchi nel nostro Paese rispetto allo stesso periodo del 2023, con un totale di 124 eventi, corrispondenti al 7,6% del totale. Tuttavia, come confermato nel corso della presentazione del Rapporto Clusit, il numero significativo di eventi continua a indicare una situazione di allerta in Italia. Come nel resto del mondo, gli attacchi critici sono stati in diminuzione (8% rispetto al 13,5% del 2023), a dispetto quelli di gravità elevata, che invece hanno rappresentato il 50% del totale, in crescita rispetto allo scorso anno e in linea con il dato globale.
“I dati parziali del primo semestre 2024 mostrano una leggera diminuzione degli incidenti avvenuti in Italia; sono segnali positivi ma che riteniamo prematuro considerare come un alleggerimento della pressione, e che potrebbero essere causati da una fluttuazione stagionale. In ogni caso, anche nel primo semestre 2024 il numero di incidenti subiti dal nostro Paese è sproporzionatamente alto rispetto alla nostra popolazione ed al PIL nazionale in rapporto col PIL mondiale, il che certamente merita un’attenta riflessione ed azioni concrete di mitigazione”, ha dichiarato Andrea Zapparoli Manzoni, del comitato scientifico Clusit.
Gli attacchi rilevati nel nostro Paese sembrano tuttavia danneggiare in maniera meno critica rispetto al resto del mondo: gli incidenti con impatto grave sono infatti notevolmente più bassi (8% contro 31%). Risultano molto più numerosi gli incidenti con impatto medio, ma i loro danni sono più circoscritti (41% contro 19%).
Le finalità degli attacchi nel mondo e in Italia
Il cybercrime, che caratterizza le attività volte al guadagno economico, è stato la prima causa degli attacchi nel mondo nel primo semestre 2024 (88% del totale, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al primo semestre del 2023 e di oltre 23 punti percentuali rispetto al primo semestre 2023).
A completare lo scenario, si sono verificati nel periodo attacchi riconducibili ad azioni di hacktivism (6%), a espionage/sabotage (4%) e information warfare (2%), tutti in lieve decrescita percentuale rispetto al 2023. I ricercatori di Clusit hanno notato che la tendenza complessiva degli incidenti causati da attacchi a sfondo politico, sociale e di information warfare sembra tornare negativa, nonostante l’acuirsi e l’estensione progressiva dei conflitti già attivi nel 2023.
Anche nel nostro Paese sono stati nei primi sei mesi di quest’anno gli attacchi con finalità di cybercrime ad avere il maggiore impatto nello scenario complessivo (71% dei casi, contro il 63,5% del 2023) - seguito da hacktivism, fenomeno che continua a mantenersi su percentuali più elevate rispetto al resto del mondo (29%). Analizzando la situazione italiana, gli autori del Rapporto Clusit hanno però evidenziato che, rispetto al secondo semestre del 2023, da gennaio a giugno del 2024 si è registrata una diminuzione del cybercrime (-17% degli attacchi) e dell'hacktivism (-50% degli attacchi).
"Osserviamo che la riduzione degli attacchi in Italia nel primo semestre del 2024 è principalmente attribuibile al calo del fenomeno dell'hacktivism, che contribuisce per due terzi alla diminuzione complessiva degli attacchi. Inoltre, abbiamo notato una significativa riduzione degli attacchi DDoS, tradizionalmente tra i più utilizzati dagli attivisti, che sono calati del 52%”, ha confermato Luca Bechelli, membro del comitato scientifico di Clusit.
“Tuttavia, le organizzazioni italiane risultano particolarmente vulnerabili a iniziative con finalità dimostrativa, di natura politica o sociale: infatti, oltre un terzo del totale degli incidenti classificati come hacktivism a livello globale è avvenuto ai danni di enti o imprese italiane”, ha concluso Bechelli. Non sono stati registrati nel nostro Paese casi di espionage/sabotage e information warfare.