Riconoscimento facciale discriminatorio per gli autisti Uber in UK

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Il sindacato Indipendent Workers’ Union of Great Britain ha fatto causa a Uber per l’utilizzo del sistema di riconoscimento facciale con software di Microsoft, impiegato dalla piattaforma per il log in degli autisti.

Sulla carta almeno 35 reclami di driver di colore espulsi senza giustificazione e senza dolo dal lavoro, perché il sistema non riconosce il loro volto e rifiuta loro l’accesso.

Uber, secondo quanto riferisce The Guardian, risponde che le accuse sono totalmente infondate, che l’azienda si impegna contro il razzismo e che per i driver è possibile scegliere la validazione “umana” con almeno due esperti che valutano la fotografia prima di procedere al licenziamento.

Non è la prima accusa secondo cui i software di riconoscimento facciale discriminerebbero le persone di colore con una minor accuratezza nel riconoscimento. Secondo il sindacato, sarebbero centinaia i driver e corrieri che in pandemia hanno perso il lavoro a causa di errori di questo tipo. La causa è sostenuta anche dall’organizzazione Black Lives Matter, sulla base del fatto che la povertà creata dalla gig economy infierisce sui lavoratori di colore anche a causa di errori software.

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