Lo studio “La Sicurezza nel Retail in Italia 2023” registra un lieve incremento nel valore delle differenze inventariali. Tra le cause principali, i furti esterni perpetrati attraverso il taccheggio, i furti con scasso e quelli di necessità.
In Italia le perdite inventariali della GDO valgono l’1,38% del fatturato annuo del settore, per un totale di circa 4,6 miliardi di euro. Questa cifra include sia i furti esterni, dal taccheggio alla rapina, sia quelli interni e dei fornitori, cui si sommano le perdite di natura operativa.
I dati sono quelli dello studio “La Sicurezza nel Retail in Italia 2023” di Crime&Tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Transcrime con il supporto di Checkpoint Systems. Si basano su un questionario online somministrato a 40 aziende o gruppi del settore retail e GDO, per un totale di 10.300 punti vendita e un fatturato stimato di quasi 55 miliardi di euro; il report fa inoltre riferimento al database di Gecom su oltre 103.000 eventi criminali registrati nei punti vendita dagli operatori della sicurezza.
I numeri degli ammanchi
I valori più alti delle perdite inventariali si registrano nel settore del fai-da-te (2%), e nella GDO, ovvero supermercati, ipermercati e discount (1,98%). Il dato è in aumento del +2% rispetto a quanto rilevato nel 2020 e del +5% rispetto ai numeri del 2021. Permangono differenze nell’approccio delle aziende che complicano le rilevazioni: è sufficiente pensare che il 48% delle differenze inventariali rilevate rimane di origine sconosciuta, con picchi del 75% in poche aziende.
Le cause prevalenti degli ammanchi sono, nell’ordine: i furti esterni, i furti interni, scarti e rotture, errori amministrativi e contabili, i furti dei fornitori. I furti esterni più comuni sono i taccheggi, seguiti dai furti con scasso e dai furti di necessità, mentre sono meno frequenti rapine e frodi.
In tutti i settori, l’82% delle aziende ha rilevato nel 2022 un aumento dei casi di taccheggio rispetto all’anno precedente; anche per quanto riguarda i furti di necessità, già in crescita nel 2020 rispetto al 2019, il 53% degli intervistati ha rilevato un aumento.
Le tecniche più utilizzate
Il modus operandi per il taccheggio vede prevalere il grab&run, seguito dalla rimozione delle etichette, per non passare gli articoli in cassa. In media, ciascun furto vale circa 40 euro, con grosse differenze a seconda della tipologia di merce sottratta. La maggioranza degli episodi (6 su 10), sono a carico di gruppi organizzati, che riescono a coinvolgere più persone in ciascun episodio, con un impatto economico più alto.
Per le frodi esterne, le modalità più diffuse sono il wardrobing, seguito dallo scambio di etichette tra prodotti e dal mancato pagamento alle casse self. Per l’e-commerce, la modalità di frode più diffusa è il furto d’identità. I furti interni riguardano più spesso la merce, a seguire l’annullamento totale o parziale degli scontrini, il furto di denaro dalla cassa e il reso di merce fraudolento. La categoria più coinvolta è quella dei cassieri.