Il Comune di San Benedetto del Tronto ha utilizzato i fondi ottenuti in virtù del D.L. 20 febbraio 2017 n.14 per implementare i propri sistemi di controllo del territorio, puntando in particolare sull’ampliamento dell’impianto di videosorveglianza cittadino.
Comune marchigiano di poco più di 47.000 abitanti in provincia di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto è un importante centro turistico e porto peschereccio della Riviera delle Palme, situato lungo la costa adriatica meridionale alla foce del fiume Tronto.
L’amministrazione locale è tra quelle che hanno beneficiato dei fondi stanziati dal Ministero dell’Interno, con D.L. 20 febbraio 2017 n. 14 recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, per un importo totale di 943.000 euro, di cui 412.000 sono stati destinati a potenziare i sistemi di controllo del territorio (con particolare riferimento al sistema di videosorveglianza cittadino).
«In base alle indicazioni contenute nel bando relativo al Decreto, a potersi avvantaggiare dei fondi sono stati principalmente i Comuni di dimensioni medio-piccole ma San Benedetto, seppur con una popolazione complessiva di poco sotto i 50.000 abitanti, è riuscito a rientrare nelle maglie del provvedimento. Nonostante il nostro territorio non sia caratterizzato da un indice di criminalità particolarmente elevato (uno degli indicatori previsti dal decreto), nell’assegnazione dei fondi ha giocato anche il fatto che la quota stanziata dal Comune sul progetto di finanziamento del sistema di videosorveglianza sia stata piuttosto importante, superiore nel suo complesso a quella richiesta dal Ministero», dichiara il comandante della Polizia municipale Giuseppe Coccia prima di illustrarci gli interventi messi in atto dall’amministrazione.
Come si è strutturato l'ampliamento del controllo territoriale?
«Siamo partiti con un progetto pilota costituito dall’installazione di dodici telecamere, operative dal 2019 nella zona centrale della città, dove si concentrano i locali maggiormente frequentati e quindi i problemi legati alla movida. A preoccupare maggiormente i residenti non sono tanto gli episodi di violenza (come le risse), ma piuttosto il degrado urbano: atti vandalici di vario tipo, abbandono di rifiuti e schiamazzi lesivi della quiete notturna. Pur non essendo situazioni al limite o drammatiche, vengono particolarmente avvertite dalla popolazione, creando un disagio diffuso tra coloro che risiedono nei pressi di questi ritrovi.
Il nostro Corpo di polizia municipale da tempo riserva un’attenzione particolare al disturbo della quiete pubblica, investendo anche sulla formazione: abbiamo acquistato un fonometro professionale e tre operatori hanno seguito un corso annuale, specializzandosi quali tecnici competenti in acustica, in modo da risultare completamente autonomi nella rilevazione in ambito urbano da segnalazioni da privati e pubblici esercizi».
La videosorveglianza supporta anche l'attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti?
«San Benedetto è un comune di medie dimensioni, dove non si rileva una particolare criticità in quest’ambito, quindi come polizia locale siamo meno direttamente chiamati a operare su questo fronte rispetto alla Guardia di Finanza e alle altre forze dell’ordine. A ogni modo, proprio recentemente, il Ministero dell’Interno ha adottato un decreto che prevede l’ausilio delle polizie locali nel controllo dello spaccio e l’amministrazione ha presentato un progetto che include la presenza di nostri operatori davanti alle scuole, acquistando inoltre delle body cam e un drone per agevolare questo tipo di attività.
L’attuale sistema di telecamere non inquadra ancora le piazze di spaccio, ma da dicembre 2021 è operativo lo stralcio di progetto che riguarda l’impianto di 50 telecamere anche nelle zone potenzialmente a rischio spaccio, a cui seguiranno altri siti segnalati dalle forze di polizia. A mano a mano che i nuovi siti saranno messi a sistema per l’installazione delle apparecchiature, verranno integrati nell’attività di controllo».
Come sono stati selezionati i punti di interesse per l'installazione delle telecamere?
«Gli attuali 33 siti, in cui verranno installate nel complesso poco meno di 180 telecamere, sono stati scelti di concerto con le altre forze di polizia. La Prefettura ha allestito una task force - costituita da un rappresentante di ciascuna forza dell’ordine oltre a noi della polizia locale - che unitamente ai tecnici ha provveduto alla stesura dell’architettura complessiva del sistema.
Sono state prese in considerazione le varie esigenze, tra cui il controllo dei parchi cittadini e gli accessi alla città per l’installazione di telecamere OCR per la lettura targhe, così da arrivare a mappare il territorio e fruire di un controllo a 360° entro la fine del 2022».
La centrale operativa è gestita dalla polizia locale?
«Sì, la gestione della centrale operativa è di competenza della polizia locale. Il nostro regolamento di videosorveglianza consente anche di stipulare accordi di contitolarietà, così che le altre forze dell’ordine possano avere accesso alle telecamere del Comune, sotto l’egida della Prefettura e in base al rispetto dell’attuale legge sulla privacy. In comando esistono due canali esclusivi di accesso al sistema: uno nella sala operativa e uno di pertinenza dell’ufficiale che coordina la videosorveglianza, utilizzato anche dalle altre forze dell’ordine qualora abbiano necessità di visionare i filmati. In previsione c’è la stipula, come già a Livorno, di un protocollo di contitolarietà, per cui sia gli operatori che fanno capo al Comune (polizie municipali), sia polizia, carabinieri e Guardia di Finanza possano avere accesso dalle proprie centrali operative alle apparecchiature di proprietà dell’amministrazione locale.
Un ulteriore tassello è l’implementazione del network pubblico con l’ausilio dei privati: l’idea è quella di proporre loro la stipula di una convenzione con l’Ente pubblico che, oltre a indicare la tipologia di telecamere da installare, si farebbe carico della loro gestione collegandole al sistema di videosorveglianza comunale. In questo modo, la porzione di spazio inquadrata non sarebbe limitata allo spazio privato e le immagini potrebbero essere conservate fino a sette giorni e non per sole 24 h, date le ragioni di sicurezza urbana e di prevenzione dei reati».
Ci può fare un esempio pratico al riguardo?
«Con una recente modifica al Regolamento di videosorveglianza viene previsto che, nel caso di nuovi lotti edificabili, il costruttore si impegni a predisporre e installare dei sistemi di videosorveglianza da collegare al sistema pubblico. È un’idea nata quando abbiamo aggiornato il nostro Regolamento a seguito delle modifiche del Regolamento europeo sulla privacy: dal territorio proveniva infatti la richiesta di un ampliamento delle zone controllate, seppure il sistema (già abbastanza articolato) prevedesse più di 170 telecamere, di cui 150 “di contesto” (75 operative da dicembre 2021) e una ventina per la lettura targhe, con la registrazione nel database di tutti i transiti sul territorio comunale.
Aggiungo che, rispetto al progetto pilota, per i siti di più recente installazione abbiamo aggiornato i cartelli con il nuovo modello messo a disposizione dal Garante della privacy (con sfondo azzurro). Inoltre, è stato aggiunto un QR code che rimanda alla pagina dell’Ente dov’è reperibile la normativa completa con le finalità e gli obiettivi, come previsto dalla normativa».
La parola al sindaco Antonio Spazzafumo
Il primo cittadino illustra i progetti con cui intende garantire maggior sicurezza e migliori servizi ai residenti e ai turisti
«Il progetto sulla videosorveglianza che il Comune ha strutturato risponde a uno degli aspetti da noi considerati prioritari nella gestione del territorio, ossia garantire maggior sicurezza alla cittadinanza. San Benedetto del Tronto è un centro turistico, di cui fruiscono in particolare le famiglie, per questo puntiamo a rendere la città più sicura e tranquilla.
L’impianto di videosorveglianza copre già importanti porzioni di territorio ed è in previsione un suo ulteriore ampliamento, grazie al completamento entro l’anno e all’aggiunta di sistemi di videosorveglianza privati che potranno essere connessi alla centrale operativa. Questa sarà poi ulteriormente funzionale grazie all’aggiunta di un software, tramite cui l’eventuale segnalazione di un veicolo alle forze di polizia avverrà automaticamente, sulla scorta di quanto già si verifica in diverse città più grandi e in molte metropoli.
Oltre che sul versante della sicurezza, il sistema di telecamere fornisce anche l’opportunità di raccogliere dati su traffico, inquinamento e altri aspetti, costituendo così un ulteriore strumento a nostra disposizione per intervenire in un’ottica di miglioramento dei servizi ai residenti
e ai turisti».