A prova di intemperie

In base al posizionamento e alle possibili criticità, le telecamere di videosorveglianza da esterno devono soddisfare certi requisiti per la resistenza agli agenti atmosferici come pioggia, umidità e polvere. Quando le certificazioni (IP) sono insufficienti, bisogna valutare sistemi di protezione aggiuntivi che assicurino l’affidabilità dei dispositivi senza incidere sulle prestazioni e sulla sicurezza.

Le telecamere di videosorveglianza da esterno sono soggette ad attacchi continui non solo da parte dei malintenzionati che desiderano metterle fuori uso per i loro scopi criminosi, ma soprattutto da parte degli agenti atmosferici, come pioggia, neve, nebbia, grandine, smog e, non ultimo, l’irraggiamento solare.

I test di laboratorio (più o meno rigorosi) a cui vengono sottoposte le telecamere e le conseguenti certificazioni (grado IP) da parte di enti terzi che stabiliscono la loro resistenza agli elementi più dannosi come polvere e acqua rappresentano già un ottimo indicatore per l’installatore, soprattutto se le aziende produttrici e quelle di test sono serie e affidabili.

A volte, però, il grado di protezione standard può risultare insufficiente per specifiche applicazioni in ambienti molto difficili oppure si rende necessario migliorare l’affidabilità e la durata nel tempo dei dispositivi, mantenendo inalterate le prestazioni dichiarate dal costruttore.

In questi casi, si deve ricorrere a protezioni supplementari di tipo universale o progettate e fornite dallo stesso produttore della telecamera, utilizzando tecnologie, materiali e soluzioni di qualità simile (se non superiore) a quelli del prodotto da proteggere.

È bene ricordare che molte protezioni supplementari, in particolare quelle integrali, rendono la telecamera più resistente anche agli attacchi vandalici e alle manomissioni, a tutto vantaggio della sicurezza.

Gradi di protezione da elementi solidi e liquidi

Il codice IP (Ingress Protection Rating o International Protection Rating) classifica e valuta il grado di protezione della telecamera contro l’intrusione di particelle solide (per esempio, parti del corpo umano, attrezzi, cavi, polvere ecc.) e liquidi (acqua, olio e altre sostanze).

Questo codice si applica alla maggior parte delle apparecchiature elettriche ed elettroniche nei casi in cui l’“intrusione” può compromettere il funzionamento dell’apparecchiatura e la sicurezza di cose e persone.

È il caso, per esempio, di smartphone, tablet e smartwatch ma anche (e soprattutto) quello di telecamere IP, sensori e rilevatori di sicurezza, prese elettriche, impianti di illuminazione e così via.

Il codice IP si basa su due cifre numeriche che forniscono al system integrator, all’installatore e all’utilizzatore finale informazioni puntuali e dettagliate sulla capacità di resistenza del dispositivo, superando i vecchi (e generici) concetti di waterproof e water resistant.

La prima cifra (1, 2, 3, 4, 5, 6) riguarda la protezione dall’accesso di elementi pericolosi e l’ingresso di oggetti solidi estranei (come la polvere), mentre la seconda (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9) si riferisce alla penetrazione di sostanze liquide.
In assenza di valori di protezione riguardanti uno dei due criteri, la cifra viene sostituita dalla lettera X. La codifica è stata istituita dalla norma EN 60529 e recepita dalla norma del Comitato Elettrotecnico Italiano CEI 70-1.

Tutte le telecamere di sorveglianza per gli ambienti esterni, dai modelli entry-level a quelli di fascia alta, supportano almeno il grado di protezione IP65 o IP66, ovvero sono completamente impermeabili a polvere, oggetti di qualsiasi dimensione, pioggia, nebbia, spruzzi di forte intensità (oppure forti getti d’acqua) provenienti da qualsiasi direzione.

Telecamere di videosorveglianza
In ambienti particolari, è necessario che le telecamere siano realizzate con materiali anticorrosivi (come l’acciaio inossidabile 316 L)

Negli ambienti ancora più a rischio - come le aree portuali, gli impianti industriali, i cantieri (con molto pulviscolo in sospensione), i tunnel e i sottopassi soggetti ad allagamenti - è necessario che le telecamere siano realizzate con materiali anticorrosivi (come l’acciaio inossidabile 316 L) e dotate di speciali sistemi di sigillatura (anche a prova di calore e fuoco), così da resistere anche a esplosioni, incendi e immersioni totali (fino a 1, 3 o 5 metri) per periodi medio-lunghi (da 30 a oltre 60 minuti).

Se l’effetto pratico associato al grado di protezione dichiarato dal produttore è inferiore a quello richiesto, è necessario valutare modelli di telecamera alternativi (certificati con codici IP superiori), modificare il posizionamento per garantire un maggior riparo alla telecamera (per esempio, sotto balconi, falde di tetti o in zone a minor criticità) oppure prevedere un sistema di protezione extra.

Protezione adeguata per ogni elemento del sistema di videosorveglianza

È bene ricordare che il grado di protezione IP si applica all’intero involucro della telecamera, a meno che parti diverse dell’involucro abbiano protezioni differenti. In tal caso, è necessario fornire indicazioni separate per ciascun componente dell’involucro, per esempio il corpo e il supporto snodabile della telecamera.

junction-box - HIKVISION

Anche le scatole di collegamento e derivazione (in gergo, junction-box) che ospitano i cablaggi (rete, audio/video, sensori, alimentazione ecc.) devono essere in grado di resistere a pioggia, umidità, polvere e urti se posizionati in aree esterne e accessibili.

In tal caso, il grado IP dev’essere uguale o superiore a quello della telecamera a cui fanno riferimento e l’installazione va effettuata a regola d’arte per evitare infiltrazioni dai punti di fissaggio a muro o palo.

Custodie integrali per una protezione extra (anche da caldo, freddo e umidità)

Esistono varie soluzioni per garantire una protezione extra alle telecamere di videosorveglianza, così da innalzarne il grado IP e/o migliorare la resistenza nei confronti di polvere, pioggia, neve, nebbia, raggi UV ecc.

La prima soluzione sono le custodie integrali di tipo universale o dedicate, che abbracciano o includono totalmente la telecamera bullet oppure dome, dotate di schermo trasparente frontale o inferiore dove si affaccia l’obiettivo, tettuccio parasole (spesso scorrevole), slitta interna per il fissaggio della telecamera e vari accessori (riscaldatore/ventilatore, junction-box ecc.).

Telecamere di videosorveglianza
Custodie integrali di tipo universale - X STREAM DESIGNS

Telecamere di videosorveglianzaSono realizzate con vari materiali ad alta resistenza verso piogge acide, ruggine, salsedine, temperature elevate e raggi UV come il policarbonato (PC), il policarbonato rinforzato con fibra di vetro, l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), il poliestere rinforzato con fibra di vetro (GRP) e l’alluminio.

Le custodie non servono solo a migliorare la resistenza della telecamera nei confronti degli agenti atmosferici più aggressivi, ma anche (come diretta conseguenza) a ridurre gli intervalli di manutenzione ordinaria e straordinaria, aumentarne la durata e migliorare l’affidabilità del dispositivo nel tempo.

Inoltre, permettono di estendere il range operativo di temperatura e renderlo compatibile con le più severe condizioni termiche presenti in alcuni luoghi e tipologie di installazione.

Effetti collaterali e soluzioni

Le custodie possono anche produrre effetti collaterali deleteri per la salute e l’affidabilità della telecamera, causati dalle forti escursioni termiche (giorno/notte, estate/inverno) e dall’effetto serra.

Nel primo caso, le escursioni termiche tra giorno/notte e la presenza di forte umidità all’interno della custodia favoriscono la condensazione sullo schermo trasparente, fino a impedire le riprese video o a comprometterne la qualità.

Nel secondo caso, la custodia trattiene il calore generato dall’irraggiamento solare e lo dissipa non solo all’esterno ma anche all’interno, creando lo stesso effetto dell’abitacolo di un’auto sotto il sole cocente. Se la temperatura all’interno della custodia supera il limite massimo tollerato (50-60 °C), si rischiano danni anche permanenti ai circuiti elettronici o, nel migliore dei casi, un accorciamento della vita operativa della telecamera.

Telecamere di videosorveglianza
Molte custodie sono dotate di sistemi di ventilazione e riscaldamento ad attivazione automatica (tramite sensori) - BOSCH

Per questi motivi, molte custodie sono dotate di sistemi di ventilazione e riscaldamento ad attivazione automatica (tramite sensori), che mantengono la temperatura e l’umidità interne entro valori accettabili, annullando l’effetto condensa, il surriscaldamento e anche il surraffreddamento (sotto i -10 °C) nonostante il calore prodotto dai circuiti elettronici della telecamera.

Il sistema di ventilazione presente in queste custodie non si limita a una ventola e a qualche sensore, ma è il frutto di un’accurata progettazione e realizzazione che mantengono inalterata (se non addirittura migliorano) la protezione IP della telecamera e dei collegamenti, per esempio utilizzando un percorso “protetto” (e filtrato) di aspirazione dell’aria fresca e di espulsione di quella calda.

Tettucci parasole anticalore e UV

La seconda soluzione per una protezione extra è rappresentata dai tettucci parasole e dagli schermi di protezione per telecamere bullet, a cupola, panoramiche, PTZ, termiche ecc.
Anche questi accessori sono di tipo universale oppure realizzati ad hoc dagli stessi produttori delle telecamere e inseriti nel catalogo accessori.

Questa soluzione non serve a innalzare il grado di protezione IP, ma a proteggere le telecamere dalle intemperie (pioggia, neve, grandine ecc.) e dagli effetti deleteri della luce solare (calore, raggi UV, accecamento obiettivo ecc.), mantenere un’eccellente qualità delle riprese anche in condizioni atmosferiche critiche, ridurre gli intervalli di manutenzione, prolungare la durata della telecamera e risparmiare sui costi di manutenzione ordinari e straordinari.

Telecamere di videosorveglianza
I tettucci parasole e gli schermi di protezione non innalzano il grado di protezione IP, ma proteggono le telecamere dalle intemperie (pioggia, neve, grandine ecc.) e dagli effetti deleteri della luce solare (calore, raggi UV, accecamento obiettivo ecc.)

Inoltre, i parasole e gli schermi di protezione impediscono a neve, polvere, foglie, escrementi di uccelli e altri detriti di ostruire o danneggiare il corpo e l’obiettivo della telecamera, così da mantenere libero il campo visivo scoraggiando nel contempo manomissioni e atti vandalici.

Di norma gli schermi di protezione sono realizzati in policarbonato, ABS, alluminio oppure acciaio inox ad alta resistenza con trattamento antiriflesso, per evitare che la luce solare e quella infrarossa degli illuminatori disturbino il sensore d’immagine.

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