Per mettere al bando la violenza ma anche per progettare, costruire e gestire gli stadi di ultima generazione la UEFA ha pubblicato una guida che detta le regole di una strategia di sicurezza integrata e centralizzata: al centro la sala controllo, attorno - fuori e dentro la struttura - soluzioni e sistemi di controllo e monitoraggio, compresi quelli per l’amplificazione dei suoni, fondamentali nelle emergenze. Il caso dell’Allianz Stadium della Juventus
Cominciamo con un po’ di storia. Quella che racconta della tragica fine del Grande Torino, la leggendaria squadra di calcio che negli anni Quaranta del secolo scorso vinse ben cinque campionati consecutivi. Il 4 maggio 1949, al rientro dalla trasferta per una amichevole a Lisbona, il trimotore I-Elce che trasportava l’intera squadra degli “Invincibili” si schiantò contro la Basilica sul colle di Superga, uccidendo tutti e 31 i passeggeri. Una sciagura che ancora oggi tocca profondamente non solo il mondo del calcio, ma la sensibilità dell’intera società italiana. Ora la cronaca attuale. Alcune settimane fa, la Juventus ha deciso di bandire dal proprio stadio, e per cinque anni, come “non gradito” il tifoso che, mimando con le braccia larghe il volo incerto dell’aereo, ha irriso la memoria della tragedia del Superga durante l’ultimo derby giocato dal club bianconero contro il Torino. Una scelta, anche questa, a suo modo storica perché ha colpito un singolo individuo, che si è dovuto assumere la responsabilità personale del proprio gesto.
Debutta il Daspo societario
La decisione della Juventus rende finalmente più tangibile quanto si possa fare negli stadi contro la violenza, in ogni sua forma, con le norme e con le tecnologie attualmente a disposizione. Per il club bianconero, infatti, è stato possibile bandire il tifoso indesiderato grazie a un accordo siglato due anni fa tra Figc, Lega e Viminale: di fatto, oggi i club possono revocare o sospendere l’abbonamento ai tifosi ritenuti non graditi sulla base di un codice etico firmato dagli stessi al momento della sottoscrizione oppure inserito all’interno del regolamento d’uso dei propri stadi.
Identificare grazie alla tecnologia
Sotto il profilo tecnologico, la società bianconera ha identificato il responsabile grazie al sistema di telecamere dello stadio e incrociando i dati del biglietto e del passaggio al tornello. Dopo i controlli effettuati con la Questura, il club bianconero non ha aspettato la decisione delle autorità ma ha anticipato una scelta già annunciata all’indomani della partita. Il responsabile del gesto non potrà entrare all’Allianz Stadium per i prossimi cinque anni, introducendo, di fatto, un vero e proprio Daspo societario. Una decisione importante, resa anche possibile dal fatto che nello stadio della Juventus sono operativi i sistemi più avanzati per individuare e identificare chiunque si renda protagonista di gesti irrispettosi o violenti. Alla decisione del club si è aggiunta anche quella delle autorità: la Questura ha infatti sanzionato il tifoso con un Daspo di due anni.
Lo stadio di qualità
Come detto l’Allianz Stadium della Juventus, unico stadio di proprietà di un club in Italia, rappresenta un’eccellenza. Tuttavia, si può affermare che si inserisce in un percorso in linea con gli obiettivi dell’UEFA - l’organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio europeo - che, attraverso il report “UEFA Guide to Quality Stadiums”, ha pubblicato una guida di riferimento per la pianificazione, la progettazione, la costruzione e la gestione degli stadi di nuova generazione.
Il principio è che tutti gli stadi devono avere una strategia di sicurezza completamente integrata, che copra l’intera struttura e le sue vicinanze. È, perciò, fondamentale che la sicurezza sia centralizzata e che i responsabili dell’implementazione della strategia dispongano di una panoramica completa di tutte le parti più importanti dello stadio.
Cuore delle operazioni è la sala controllo, che, sottolinea l’UEFA, dovrebbe essere collocata in una posizione importante della struttura e avere una visuale libera della maggior parte possibile delle aree degli spettatori, oltre che del terreno di gioco. Inoltre, deve essere equipaggiata con una gamma completa di apparecchiature di comunicazione, incluso il sistema di amplificazione del suono, e di sistemi di conteggio e di controllo degli accessi. Gli operatori della sala di controllo dovrebbero poter monitorare le aree non visibili mediante una rete di schermi e telecamere a circuito chiuso. Le telecamere di sorveglianza dovrebbero essere collegate a monitor a colori e dovrebbero disporre delle funzionalità PTZ (panoramica/inclinazione/zoom), oltre che della possibilità di scattare foto.
Inoltre, le telecamere a circuito chiuso dovrebbero essere installate in tutte le aree pubbliche interne ed esterne, all’interno e fuori lo stadio, e dovrebbero essere impiegate per monitorare tutte le aree in cui c’è un potenziale problema per la sicurezza.
La “voce” della sicurezza
Come poco fa anticipato, tutti gli stadi di nuova generazione - sottolinea l’UEFA - necessitano di un sistema di amplificazione del suono di alta qualità per inviare messaggi a tutti nel catino, nei corridoi, nei bagni e nelle altre aree pubbliche. Oltre a diffondere informazioni generali legate alla partita, però, il sistema di amplificazione sonora è anche una parte essenziale della strategia di sicurezza nelle emergenze, costituendo il mezzo per diffondere istruzioni chiare e concise alla folla nel caso in cui si renda necessaria l’evacuazione. Chiaramente, dovendo garantire a sua volta la massima sicurezza, il sistema di amplificazione sonora non dovrebbe essere vulnerabile a guasti dell’alimentazione.
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